Ancora un’estate difficile per la costa atlantica degli Stati Uniti, che si trova a fare i conti anche quest’anno con gli incendi in Canada. La responsabilità è da attribuire ancora una volta all’innalzamento delle temperatura e agli eventi climatici estremi, come appunto il caldo secco che copre Philadelphia e New York e quella nebbia di polveri sottili che peggiora ancor di più una situazione già di per sé allarmante. Ogni estate, nelle grandi città americane l’allerta per il caldo e la scarsa qualità dell’aria spinge le autorità a chiedere alla popolazione di rimanere in casa nelle ore più calde. 



Come sottolinea Il Sole 24 Ore, i condizionatori sono accesi nelle case americane ormai da settimane, nonostante l’aumento dei prezzi dell’energia: sono 128 milioni le famiglie che usano l’aria condizionata in casa secondo la Us Energy Information Administration. In media, da maggio ad agosto, i sistemi di produzione di energia emettono ogni mese una media di 147.4 milioni di tonnellate di anidride carbonica: un carico del 13% in più rispetto alla media mensile dell’intero anno. In una giornata normale, New York City consuma circa 10mila Megawatt al secondo: la richiesta supera i 13mila però in estate. Frequenti, infatti, i blackout.



Temperature choc anche in Cina

Non è diversa la situazione in Cina. Da almeno un decennio, alla periferia di Shanghai pullulano aziende, acciaierie, impianti per la produzione di energia… La zona di Waigaoqiao, però, è diventata anche una fonte di inquinamento per colpa del caldo, nonostante l’impegno cinese sul clima. Sempre qui, infatti, c’è il più grande impianto a carbone cinese e il quinto più grande al mondo che da giugno ha aumentato la produzione per far fronte al caldo, come ammesso dalla stessa azienda. A 16 km da Shanghai c’è un’enorme centrale elettrica che sta bruciando fino a 800 tonnellate di carbone all’ora per mantenere fresca la città.



Anche in Cina il caldo rende invivibile le città: sta persino uccidendo il bestiame e mettendo a dura prova le reti elettriche del Paese. A Pechino le temperature sono salite fino a 41.8 gradi pochi giorni fa. Dopo una serie di interruzioni di corrente nel 2021 e nel 2022, ora il Governo vuole assicurarsi l’approvvigionamento di energia: questo ha spinto le miniere a portare la produzione di carbone a un livello record, nonostante l’approvazione delle nuove centrali elettriche.