USA: il 20% degli elettori ammette di aver commesso brogli nelle elezioni del 2020
Negli USA, in seguito ad un recente sondaggio commissionato dall’Heartland Institute, è scoppiato nuovamente il caso sui brogli nelle elezioni 2020. Una questione che era stata lanciata per la prima volta dallo sconfitto Donald Trump dopo i conteggi, proprio nel 2020, ma sulla quale diversi tribunali avevano negato ogni possibile truffa elettorale. Eppure, il sondaggio sembra dimostrare che quella rilegata a teoria cospirativa, in realtà potrebbe essere del tutto vera.
Secondo il sondaggio chiamato Rasmussen sui brogli alle elezioni USA del 2020, il 20% degli intervistati che hanno votato per corrispondenza ha ammesso di aver commesso almeno un tipo di frode. Si va dal 19% che ha ammesso di aver lasciato compilare la scheda ad un amico o parente, al 17% che ha votato in uno stato diverso da quello in cui risiede, passando anche per il 17% che ha votato per amici o parenti, con o senza il loro permesso e per l’8% che afferma di aver ricevuto “l’offerta di un pagamento o una ricompensa“, opzioni che, peraltro, non si è escludono a vicenda nel sondaggio. In termini percentuali sui risultati delle elezioni USA del 2020, i brogli peserebbero circa per il 9% del totale (più di 14milioni di schede), dato che nel 2020 furono espresse il 43% delle preferenze totali per corrispondenza. Una percentuale che, insomma, avrebbe potuto in qualche modo fare la differenza, ricordando che Biden ottenne il 51,31% dei voti, rispetto al 46,85% ottenuto da Trump.
Trump: “I Dem ci stanno rubando il paese”
In seguito al sondaggio sui possibili brogli nelle elezioni USA del 2020, ovviamente, è già arrivata una dichiarazione di Trump, in corsa per la presidenza nel 2024, che invita gli americani a “darsi una mossa. Non mollate, svegliatevi”, perché “i democratici ci stanno rubando il Paese“. Da parte dell’amministrazione Biden, invece, non è stato espresso alcun commento in merito ai risultati del sondaggio.
Il Washington post, invece, parlando del sondaggio sui possibili brogli nelle elezioni USA del 2020 ha avanzato l’ipotesi che la questione non giovi a Trump dato che quel 9% potrebbe essere andato egualmente a favore di entrambi i candidati, ipotizzato che le frodi siano state commesse in egual misura sia dagli elettori democratici, che da quelli repubblicani. Ipotesi, tuttavia, smentita da altri dati elaborati da Politico e dalla Spae già nel 2020, subito dopo le elezioni USA, che aggraverebbero i presunti brogli. Infatti, quell’anno il 59% degli elettori democratici votarono per posta, rispetto ad uno scarso 18% di repubblicani, che preferirono recarsi alle urne. Biden ricevette 1.995.691 voti per corrispondenza, mentre Trump appena 595.538, quasi un quarto.