Quando due fidanzate del Massachusetts hanno scoperto che nessuna delle due poteva avere un figlio, si sono rivolte ai loro amici di Facebook per chiedere aiuto. “Chi vuole aiutarci ad avere un bambino?”, ha scritto una delle due nel 2017. Dopo un po’ la donna ha ricevuto un messaggio privato: “Ehi, se tu e la tua fidanzata volete sul serio avere un bambino… allora mi propongo io”, ha scritto una donna che ha detto di essere amica d’infanzia della fidanzata.
Secondo quanto scritto dal Washington Post, la donna si è offerta di concepire un bambino con il suo ragazzo e di dare la custodia alla coppia in modo che potessero crescere il bambino come se fosse il loro. Le donne non avrebbero dovuto pagarla o coprire le spese mediche. Senza incontrarsi di persona o coinvolgere avvocati, le donne hanno accettato quella che consideravano una maternità surrogata informale. Ma il rapporto tra le parti si è inasprito dopo la nascita del bambino nel dicembre 2017, quando i genitori biologici hanno deciso di volere indietro il bambino.
FIDANZATE TROVANO SU FACEBOOK COPPIA PER AVERE UN FIGLIO: LA DECISIONE DELLA CORTE
Nel caso delle fidanzate che aveva trovato su Facebook una coppia disponibile a concepire per loro un figlio, seguì un’aspra battaglia per la custodia. I procedimenti giudiziari sono durati tre anni. Lo sviluppo più recente è arrivato il 22 luglio, quando una Corte d’appello dello stato si è pronunciata a favore delle fidanzate del Massachusetts dopo che un giudice del processo ha stabilito che i genitori biologici non erano idonei a prendersi cura del bambino. La madre biologica ha impugnato la decisione alla Corte Suprema del Massachusetts.
“Il caso deve essere risolto per il bene del bambino in un modo appropriato”, ha detto uno dei giudici. Mentre gli esperti legali affermano che non si tratta di una vera e propria maternità surrogata – poiché il bambino è stato concepito attraverso un rapporto sessuale piuttosto che con la riproduzione assistita – il caso ha evidenziato un’assenza di leggi sulla maternità surrogata da parte dello stato e secondo gli esperti mette a rischio i bambini del Massachusetts. Per due decenni, i giudici dello stato hanno chiesto una legge: “Non credo che questa situazione si sarebbe svolta in questo modo se ci fosse stata chiarezza”, hanno al Washington Post.