I jet da combattimento e i droni russi stanno infastidendo le forze statunitensi in Siria con crescente frequenza, come affermato da funzionari statunitensi. Il rischio è di un errore di calcolo che porti ad uno scontro mortale tra le due superpotenze militari. Negli ultimi mesi, gli aerei da guerra russi armati hanno ripetutamente violato gli accordi di lunga data con gli Stati Uniti, volando vicino ai caccia statunitensi sopra la Siria. Il tenente generale dell’aeronautica Alexus Grynkewich, che sovrintende alle operazioni militari statunitensi nei cieli sopra la Siria, ha parlato proprio del rischio di un errore di calcolo.



Per quasi un decennio, gli Stati Uniti e la Russia hanno “convissuto” in Siria, dove si trovano su fronti opposti della guerra, mantenendo un accordo difficile in Siria. Le forze russe hanno fornito al presidente siriano Bashar al-Assad un supporto militare vitale nel respingimento dei ribelli. Il Pentagono ha invece condotto una campagna di breve durata nel 2014 per armare le forze anti-Assad. Al momento gli USA hanno circa 900 forze che lavorano in piccole basi in Siria, inclusa una nel sud del Paese presa che è stata presa di mira da droni e razzi lanciati da militanti sostenuti dall’Iran nell’area.



USA e Russia, scontro in Siria?

Tra Stati Uniti e Russia vigono una serie di regole per evitare il confronto diretto in Siria. Le due nazioni hanno istituito una hotline speciale che usano per cercare di garantire che non ci siano errori di calcolo quando effettuano operazioni militari in Siria.
Le forze russe avrebbero però violato l’accordo più di 60 volte. I jet del Cremlino dovrebbero infatti rimanere ad almeno tre miglia nautiche di distanza dagli aerei statunitensi, ma hanno volato a 500 piedi dai piloti statunitensi almeno due volte nelle ultime settimane. I mezzi russi hanno sorvolato le basi Usa nel sud della Sira più di due dozzine di volte dall’inizio di marzo.



Le forze russe hanno intensificato il comportamento aggressivo nei confronti degli Stati Uniti, che hanno descritto gli attacchi come molestie nei confronti delle loro forze. Il generale maggiore Matthew McFarlane, comandante statunitense della coalizione militare che combatte contro lo Stato islamico in Iraq e Siria, ha dichiarato: “Continuiamo a vedere attività nell’area non sicure e non professionali da parte dei russi, e usiamo la linea di deconflitto per assicurarci di mantenere le nostre forze al sicuro e mitigare qualsiasi aumento del rischio dovuto a tali attività”. Come rivela Il Wall Street Journal, dallo scorso marzo sono aumentati i timori di uno scontro mortale.