Le forze speciali dell’esercito Usa si troverebbero in gran segreto sull’isola di Taiwan ormai da un anno per preparare la difesa di Taipei e addestrare l’esercito locale in vista di una possibile invasione della Cina. A quantificare la presenza a stelle e strisce presente sul posto è stato il “Wall Street Journal”, che, dopo avere dialogato con alcune fonti del Pentagono, hanno parlato di circa due dozzine di incursori americani, affiancate da un piccolo contingente di Marines.



La notizia non è stata smentita in via ufficiale dal Pentagono, considerato anche lo “show” di potenza aerea messo in campo da Pechino, che ha fatto volare sull’isola a inizio ottobre 150 aerei (caccia e bombardieri). Come rivela la testata giornalistica degli Stati Uniti d’America, l’educazione dei soldati di Taiwan starebbe passando dall’addestramento di piccole unità terrestri ad azione di resistenza, con particolare attenzione all’utilizzo di imbarcazioni rapide e leggere: un sistema che potrebbe consentire, perlomeno nei piani degli statunitensi, di respingere il possibile sbarco da parte dell’esercito di Pechino.



USA, MISSIONE SEGRETA A TAIWAN: “LA CINA RISPETTI GLI IMPEGNI”

Come dicevamo in precedenza e come riporta anche il “Corriere della Sera”, dagli Usa non sono filtrate smentite: “Non ci sono commenti da fare su operazioni specifiche, ma vogliamo sottolineare che il nostro sostegno a Taiwan e le nostre relazioni per la difesa dell’isola si allineano alla minaccia della Repubblica popolare cinese. Chiediamo a Pechino di rispettare gli impegni per una soluzione pacifica delle dispute”.

Sembra essere passata in secondo piano, però, almeno per il momento, la cosiddetta “strategia del porcospino”, che era stata approntata dall’amministrazione di Donald Trump, che aveva suggerito a Taipei di “chiudersi a riccio” e affrontare così il nemico cinese, con il contestuale sopraggiungere dei rinforzi americani con le loro portaerei, i sottomarini nucleari e, in caso estremo, divisioni di Marines. “Meglio sviluppare sistemi meno costosi, ma letali”, recita il nuovo rapporto, in cui vengono citati missili anti-nave, mine intelligenti e imbarcazioni poco voluminose e soprattutto adatte agli spostamenti in lassi di tempo ridotti.