Una richiesta forte, che s’innesta sull’onda lunga delle proteste per la morte di George Floyd, il 46enne afroamericano deceduto dopo avere subìto un arresto violento da parte della polizia di Minneapolis, negli Stati Uniti d’America: la speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha domandato ufficialmente la rimozione di tutte le statue dei Confederati che si trovano a Capitol Hill, la sede del Congresso americano. “Se da una parte credo che sia un imperativo non dimenticare la nostra storia affinché non si ripeta – ha affermato -, credo anche che non ci sia spazio per celebrare la violenza bigotta di alcuni uomini nei venerati saloni del Congresso”. Per cominciare, è stata individuata una decina di statue che rappresentano alcuni uomini associati alla storia confederata e a fatti di schiavitù e di razzismo, che Pelosi ha chiesto per l’appunto di togliere immediatamente, inserendo la propria istanza all’interno di una missiva destinata alla commissione congiunta di Camera e Senato.



NANCY PELOSI: “RIMUOVERE STATUE CONFEDERATI”. INTANTO LA MARINA…

Oltre alla richiesta di Nancy Pelosi di rimuovere le statue dei Confederati dalla sede del Congresso statunitense, l’agenzia ANSA riporta la notizia della decisione assunta dalla Marina americana di proibire sulle proprie navi, sui propri sottomarini e aerei e nelle proprie basi l’esposizione del vessillo confederato di battaglia, sulla scia della scelta effettuata mesi fa dai Marine. Inoltre, il segretario alla Difesa, Mark Esper, sta valutando di modificare il nome di dieci importanti basi militari, attualmente dedicate ad eroi confederati, come Fort Bragg in North Carolina, Fort Benning in Georgia e Fort Hood in Texas. Un dibattito che non riscontra i favori del presidente americano, Donald Trump, che, di fronte a tale proposta, avanzata dai vertici del Pentagono, ha tuonato: “La nostra storia di nazione più grande al mondo non sarà manomessa. Rispettate il nostro esercito!”. Palpabile, dunque, in questo momento, la tensione fra il tycoon e il segretario alla difesa, Mark Esper.

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