Gli USA non riconoscono la corte penale internazionale. A ricordarlo è stata la giornalista Maria Cuffaro in occasione del programma “Restart”, in onda su Rai Due, sottolineando che se Vladimir Putin dovesse anche essere condannato per crimini di guerra, questo significherà che forse non potrà uscire dalla Russia, ma resterà comunque al governo del Paese sovietico. Non solo: “Nel 2018 gli americani erano ferocemente contrari al tribunale internazionale, perché loro stessi rischiavano di finirci davanti”.



Affermazioni del tutto simili a quelle pronunciate da Cuno Tarfusser, magistrato ed ex giudice della Corte penale internazionale, a “Otto e mezzo”: “Russia, Usa e Ucraina non riconoscono la giurisdizione della Corte. In tal senso, le espressioni di Joe Biden sono un po’ bizzarre: neanche lui riconosce la Corte e chiede un processo”. Ricordiamo che soltanto nelle scorse ore Biden aveva invocato un processo per crimini di guerra proprio contro il suo omologo russo.



USA NON RICONOSCONO CORTE PENALE INTERNAZIONALE: ECCO PERCHÉ

A proposito della questione relativa agli USA e alla corte penale internazionale, vale la pena sottolineare che Biden ha emesso un anno fa l’ordine esecutivo “Executive Order on the Termination of Emergency With Respect to the International Criminal Court”, decretando la fine dello stato d’emergenza inerente alla corte penale internazionale, dichiarato da Donald Trump l’11 giugno 2020 con ordine esecutivo 13928.

Sebbene disconosca la giurisdizione della CPI sugli Stati non parte del suo trattato costituente, il leader a stelle e strisce ha dichiarato che “la minaccia o l’imposizione di sanzioni contro la corte, il suo personale e quelli che l’assistono non sono strategie efficaci e opportune per risolvere la questione tra gli Usa e la corte penale internazionale”. Rimane comunque l’opposizione di Washington all’attività investigativa della Corte in merito ai presunti abusi e torture commessi dalla Cia e dei militari Usa in Afghanistan, Polonia, Lituania e Romania, tutti Stati membri della CPI.