Negli USA scatterà oggi alle ore 14:20 di New York un Alert Test. Così come sta avvenendo in Italia da qualche settimana a questa parte, sui telefonini degli americani arriverà un messaggio che li informerà che è in corso il test nazionale del sistema federale Wireless Emergency Alerts. Nel dettaglio, come riferisce il Corriere della Sera, ci sarà scritto: «THIS IS A TEST of the National Wireless Emergency Alert System. No action is needed», che tradotto significa “Questo è un test del National Wireless Emergency Alerts nessuna azione richiesta”.



A differenza di quanto avviene in Italia, dove il sistema è nuovo, oltre oceano non è la prima volta che accade, visto che era già successo nel 2021 e l’obiettivo del test, che viene effettuato dalla Federal Emergency Management Agency, è quello di avere la certezza di riuscire a contattare tutti i cittadini in caso di reale emergenza. Peccato però che, come avvenuto anche in Italia con il lancio dell’IT-Alert, anche negli Stati Uniti si stiano diffondendo delle teorie complottiste e cospirazioniste, secondo cui il test in questione attiverà grazie al suono emesso dagli smartphone delle particelle di ossido di grafene che sarebbero state inoculate nelle persone dopo la vaccinazione anti covid.



USA ALERT TEST: DAL VIRUS MARBURG ALLA TRASFORMAZIONE IN ZOMBIE

Per altri complottisti, invece, grazie al test si attiverebbe invece il virus Marburg che causerà centinaia di milioni di febbri emorragiche. C’è poi chi si dice convinto che alla fine si trasformeranno tutti in zombie e il loro consiglio è quello di spegnere il cellulare, così come si legge su numerosi post pubblicati su Twitter/X e su Reddit, di modo da potersi salvare.

In effetti chi spegne il dispositivo non può ricevere la notifica, ma una volta che il cellulare viene riacceso a quel punto arriverà l’sms: cosa fare quindi? Lo si tiene spento a vita? Ovviamente si tratta solamente di fake news ma si sono diffuse in maniera così capillare al punto che l’agenzia di informazione Associated press è stata costretta a pubblicare un fact check per smentirle.