Gli Usa ora si fidano dei numeri di Hamas sulla guerra con Israele. La dipendenza dei funzionari statunitensi dai dati palestinesi, come riportato dal Wall Street Journal, rappresenta un cambiamento parziale da parte dell’amministrazione di Joe Biden nei confronti di ciò che sta accadendo. Il presidente, nelle scorse settimane, infatti, aveva affermato pubblicamente che il bilancio delle vittime di Gaza potesse essere manipolato dall’organizzazione terroristica, che non ha mai fatto distinzione tra militari e civili nel suo resoconto.



“Non so se i palestinesi stiano dicendo la verità su quante persone vengono uccise”, disse all’epoca Joe Biden.  Dopo poche settimane, tuttavia, il discorso è cambiato. “La comunità dell’intelligence statunitense ha crescente fiducia che i rapporti sul bilancio delle vittime delle autorità sanitarie nella Gaza controllata da Hamas siano più o meno accurati”, hanno detto di recente i funzionari statunitensi. Il Dipartimento di Stato non è nella posizione di potere verificare personalmente i dati in questione, ma sembrerebbe che adesso si fidi.



Usa ora si fidano dei numeri di Hamas sulla guerra: aumentano le critiche a Israele

Venerdì, le autorità di Gaza hanno affermato che più di 11.000 persone erano state uccise durante la guerra, la maggior parte delle quali donne e bambini. Il Ministero ha anche rilasciato i nomi di 6.747 persone che sarebbero morte, coi numeri delle loro carte di identità e altre informazioni. Un’azione che ha contribuito a incrementare la fiducia degli Usa nei confronti dei dati di Hamas e, al contempo, a mettere in cattiva luce Israele, sempre più destinatario di critiche.

Mercoledì scorso, Barbara Leaf, vicesegretario di Stato per gli affari del Vicino Oriente, ha dichiarato a Capitol Hill che il bilancio totale delle vittime a Gaza potrebbe essere anche più drammatico di quanto affermano le fonti palestinesi stesse. “Pensiamo che siano molto alti, francamente, e potrebbe essere che siano anche più alti di quelli citati”, ha detto. La sensazione dunque è che l’opinione pubblica abbia preso una posizione chiara: le vittime sono vittime, al di là della loro nazionalità.