Il governo della Papua Nuova Guinea starebbe pensando di abbandonare l’accordo con gli Stati Uniti dopo che un gruppo di ricerca americano avrebbe rubato dei frammenti di un misterioso meteorite al largo delle coste sul fondale marino. Joseph Lelang, come si legge stamane sul Times, ha chiesto che la squadra guidata dall’astrofico dell’università di Harvard, Avi Loeb, restituisca i pezzi del meteorite caduto sull’isola di Manus nel 2014. Secondo Lelang tale incidente rischia di minare il rapporto di fiducia con gli Stati Uniti, e tra l’altro giunge in un momento in cui proprio gli americani e la Papua Nuova Guinea stanno cercando di rafforzare i legami per contrastare la crescente influenza della Cina nell’oceano Pacifico.
“Quello che stavano facendo i cittadini statunitensi era illegale fin dall’inizio, incluso rubare i manufatti dalle nostre coste” ha detto Lelang. Lo stesso ha quindi chiesto alla Papua Nuova Guinea di abbandonare l’accordo di difesa e cooperazione, firmato a maggio a Port Moresby alla presenza di Antony Blinken, il segretario di stato americano, se il Gli Stati Uniti “non dovessero ascoltare il nostro appello e le nostre proteste”.
PAPUA NUOVA GUINEA-USA, TENSIONE PER I METEORITI: L’ACCUSA DI LELANG
Lelang ha continuato: “Come possiamo fidarci degli Stati Uniti se ci trattano così? L’inchiostro non si è ancora asciugato che già i cittadini statunitensi stanno mancando di rispetto alla nostra gente, al nostro paese e alla costituzione. Non ci aspettiamo niente di meno che la restituzione di ciò che è stato rubato e che quei ladri vengano ritenuti responsabili”.
Avi Loeb aveva fatto sapere il mese scorso che il suo team aveva recuperato dei frammenti di IM1, specificando che potrebbero trattarsi di un veicolo spaziale creato da una civiltà aliena. In ogni caso, anche se tale tesi venisse smentita, si tratterebbe del primo materiale proveniente dall’esterno del sistema solare e finito sulla nostra terra, quindi una scoperta eccezionale. Peccato però che la National Research Agency della Papua Nuova Guinea ha accusato i ricercatori di aver eluso le procedure, visto che gli stessi non avrebbero mai ricevuto i permessi per effettuare ricerche, essendo entrati nel Paese con un visto di uomini di affari e non di scienziati. Diverso è ovviamente il pensiero degli stessi sicenziati secondo cui avrebbero ricevuto tutte le approvazioni necessarie.