I 65 aerei Boeing 737-9 della compagnia aerea americana Alaska Airlines sono stati fermati dopo che uno di essi è stato costretto ad un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Portland, nell’Oregon, in seguito allo scoppio di un portellone poco dopo il decollo, senza vittime. «A seguito di quanto accaduto sul volo 1282 abbiamo deciso come misura precauzionale di tenere a terra la nostra flotta di aerei 65 Boeing 737-9. Ogni velivolo verrà riportato in servizio solo dopo che saranno completate tutte le nostre ispezioni di sicurezza e manutenzione», ha dichiarato Ben Minicucci, CEO di Alaska Airlines. I controlli dureranno alcuni giorni. L’allarme è scattato attorno alle 17 ore locali (le 2 in Italia). L’equipaggio del volo 1282 ha riferito di aver risposto ad un allarme che segnalava un problema di pressurizzazione in cabina liberando le mascherine d’ossigeno per i passeggeri. Dalle foto pubblicate su X dalla Federal Aviation Administration (Faa), autorità per l’aeronautica civile in Usa, si evince che uno dei finestrini mancava dopo essere volato via.



«Siamo a conoscenza dell’incidente che ha coinvolto il volo Alaska Airlines n. AS1282. Stiamo lavorando per raccogliere maggiori informazioni e siamo in contatto con la nostra compagnia aerea cliente. Un team tecnico della Boeing è pronto a supportare le indagini», ha comunicato Boeing. L’aereo era stato definito idoneo al volo con una certificazione in ottobre ed era stato appena consegnato ad Alaska Airlines, stando a quanto riportato dal sito web del registro della Faa. A bordo c’erano 177 persone, di cui 171 passeggeri e 6 componenti dell’equipaggio, tutte illese. Il volo era partito dall’aeroporto internazionale di Portland venerdì sera ed ha completato l’atterraggio di emergenza nello stesso scalo dopo circa 20 minuti, dopo il problema segnalato.



QUALI COMPAGNIE USANO I BOEING 737 MAX 9 E COSA SUCCEDE DOPO INCIDENTE

Nella serata di ieri la Federal Aviation Administration (Faa) ha poi ordinato lo stop immediato di 171 aerei Boeing 737 Max 9. Stando ai dati raccolti dal Corriere della Sera, ci sono 209 aerei di questo tipo in servizio nel mondo, compreso quello coinvolto nell’incidente. La gran parte di essi appartiene a due compagnie aeree Usa: Alaska Airlines appunto e United Airlines. In generale, la fetta maggiore è di quattro vettori in Usa. In Europa, invece, volano 14 Boeing 737 Max 9. Nello specifico, 75 volano con United Airlines, 65 con Alaska Airlines, 29 con Copa Airlines, 18 con Aeroméxico, 5 con Scat Airlines e Turkish Airlines, 4 con Icelandair, 3 con Flydubai, 2 con Corendon e Lion Air, uno solo per Air Tanzania. Pertanto, non ci sono compagnie aeree italiane che usano questo modello né ci sono ordini registrati per consegne future.



Non è chiaro quali dei 209 aerei Boeing 737 Max 9 in circolazione saranno fermati. L’ipotesi è che tra i 171 fermati dalla Faa ci siano tutti quelli che volano negli Usa. Nel frattempo, verrà condotta un’indagine, che potrebbe durare settimane. Coinvolgerà esperti del governo Usa, della compagnia aerea interessata, dei sindacati e di Boeing, azienda produttrice dell’aereo. Questo modello era già finito nei guai, ma era una versione più piccola, il Max 8. Nel 2018 e 2019 ci furono incidenti in Indonesia ed Etiopia (346 vittime in tutto), quindi si decise la messa a terra di tutti i velivoli, inclusi i Max 9, per quasi due anni in tutto il mondo. Questo modello è tornato in servizio dopo che Boeing ha modificato il sistema di controllo automatico del volo.