Negli Stati Uniti cresce la paura che gli attacchi con droni dell’Ucraina ai radar della Russia possano compromettere i già delicati rapporti con il Cremlino e innescare un’escalation del conflitto. Lo rivela un funzionato americano citato dal Washington Post, la cui identità non è stata svelata per prudenza visto quanto è delicata la vicenda. L’amministrazione Biden ha già comunicato i suoi timori all’Ucraina. I timori americani sono legati al fatto che i radar colpiti non solo non sono usati dalla Russia nella guerra contro l’Ucraina, ma sono anche strumenti sensibili, che rientrano nella deterrenza nucleare, quindi la paura è che la Russia possa sentirsi minacciata.
Trovano conferma, dunque, le indiscrezioni degli ultimi giorni riguardo il rischio escalation dopo questi attacchi. Di parere diverso gli ucraini, che invece smentiscono gli Stati Uniti sull’uso dei radar nel conflitto, infatti un funzionario ucraino ha spiegato al giornale americano che la Russia li avrebbe usati proprio per monitorare l’esercito di Kiev, quindi attaccandoli si voleva ridurre la loro capacità di tracciamento. Il silenzio della NATO è abbastanza indicativo in tal senso riguardo il rischio escalation, d’altra parte possono essere interpretati come una specie di complicità da parte della Russia.
ORA WASHINGTON TEME L’IRA DI PUTIN
Di fatto, gli Stati Uniti ritengono che l’accecamento dell’Ucraina dei radar della Russia, anche solo parziale, possa compromettere la stabilità strategica con il Cremlino e creare nuovi problemi con il presidente russo Vladimir Putin. Il funzionario ha anche ribadito che da parte americana non c’è alcuna intenzione di usare armi nucleari contro la Russia, “ma c’è sicuramente preoccupazione per come Mosca potrebbe interpretare gli attacchi ai sistemi di allerta precoce“. Di sicuro sono attacchi senza precedenti, le cui conseguenze non vengono sottovalutate in primis dagli Stati Uniti, consapevoli che quando un sistema in grado di avvistare l’arrivo di missili nucleari in passato veniva interpretato come un attacco nucleare.
Secondo l’esperto di sicurezza Dmitri Alperovitch, presidente del think tank Silverado, questi timori sono alimentati da un’errata convinzione che l’Ucraina abbia condotto questi attacchi su richiesta di Washington. Dunque, anche l’esperto ritiene che quegli attacchi possano causare una pericolosa escalation e che quei sistemi debbano restare al di fuori degli obiettivi. Quegli attacchi, infatti, dimostrano la vulnerabilità dei sistemi di deterrenza nucleare, visto che i droni possono aggirare le misure di sicurezza tradizionali.