Il 70% dei documenti “segreti” sull’omicidio di John F. Kennedy sono stati pubblicati dagli Usa. Il presidente Joe Biden ha parzialmente reso esecutivo il John F. Kennedy Assassination Records Collection Act, approvato dal Congresso nel 1992. I 13.173 file, come riportato da Agi, sono stati messi in rete sul sito web dei National Archives, gli Archivi di Stato, all’indirizzo archives.gov. All’appello ne mancano circa altri 3.000.



L’obiettivo dell’amministrazione è quello di spegnere definitivamente le teorie complottiste che ancora sono vive sul caso dell’assassinio avvenuto a Dallas 59 anni fa. L’Intelligence, tuttavia, ha sempre avuto delle preoccupazioni in merito alla possibilità di rivelare l’identità di informatori che potevano essere a rischio della vita. Un gran numero di nomi, infatti, sono stati cancellati dalle carte. I file ad ogni modo dimostrerebbero che non ci sarebbe stato nessun complotto per l’omicidio. Essi si concentrano infatti per lo più su Lee Harvey Oswald, ovvero il killer che dovrebbe aver agito da solo. Alcune informazioni, tuttavia, suggeriscono che fosse in contatto con la Cia oltre un anno prima dell’attentato.



Usa, pubblicati 70% documenti segreti omicidio John F. Kennedy: cosa c’entra l’Italia

I documenti segreti pubblicati dagli Usa sull’omicidio di John F. Kennedy contengono informazioni interessanti anche dal punto di vista internazionale. L’Italia, ad esempio, viene citata in almeno sei occasioni. In una, in particolare, come riportato da Repubblica, si fa riferimento ad Enrico Mattei, ex deputato allora ai vertici di ENI, sostenendo che fosse fascista e che si era rifatto l’immagine comprando per cinque milioni di lire il titolo di partigiano dai democristiani. Il file in questione è un rapporto scritto da Lester Simpson inviato l’11 agosto del 1955 alla “Company”, dal titolo “U.S. Embassy and Italian Petroleum Industry”. Esso potrebbe riaprire il caso della misteriosa morte, avvenuta per un attentato ad un volo su cui viaggiava.



In un altro dei file che coinvolgono il Paese si parla invece del coinvolgimento di un agente Cia, Clay Shaw, avesse un legame con il Centro Mondiale Commerciale, una sussidiaria degli 007 statunitensi sospettata di essere stata usata per trasferire fondi in Italia per attività di spionaggio. Un altro ancora tratta del tentativo del Partito comunista di utilizzare i media per pubblicare delle foto incriminanti per l’allora ambasciatrice americana in Italia, Clare Luce.