L’Unione Europea sta affrontando la recessione causata dal caro energia e i rincari sui prezzi, che stanno mettendo in ginocchio famiglie e imprese. Come ha annunciato la Commissione Europa, però, l’UE intende finanziare l’Ucraina per 1,5 miliardi al mese. Lo riferisce il quotidiano La Verità, che spiega come la Commissione Europea intenda emettere obbligazioni comuni europee e sbloccare i fondi a breve, forse già durante la prossima riunione del Consiglio Europeo.
Di tutt’altro avvisto gli Stati Uniti, al momento non ancora colpiti quanto l’Unione Europea dall’ondata di rincari: “l’anno prossimo, con l’America in recessione, non credo che il nostro popolo darà assegni in bianco all’Ucraina” ha affermato Kevin McCarthy, a capo della minoranza repubblicana alla Camera che secondo i sondaggi potrebbe prevalere dopo le elezioni mid term previste per l’8 novembre. Si apre quindi uno scenario di incertezza per Kiev, che potrebbe vedersi tagliati gli aiuti dagli Stati Uniti, mentre ci si domanda per quanto tempo l’Europa in piena recessione potrà continuare a finanziare la guerra dopo il ricorso alle sanzioni, l’incremento vertiginoso delle spese militari e l’invio di armi all’Ucraina.
L’Unione Europea aumenta finanziamenti a Kiev a 1,5 miliardi al mese: la marcia indietro degli Usa
La Commissione Europea annuncia l’intenzione di fornire a Kiev 1,5 miliardi al mese emettendo obbligazioni. Si tratta di una cifra, come calcola La Verità, vicina all’1% del Pil dell’Ucraina, che nel 2020 era pari a 155,6 miliardi di dollari. In dodici mesi, quindi, l’Unione Europea finanzierebbe Kiev con una quantità di denaro che sfiora il 12% del Pil. Una cifra che non tiene conto i fondi già stanziati e quelli già programmati per fornire assistenza umanitaria, tra cui un programma per rifugi di emergenza e strutture per l’inverno in Ucraina e Moldavia. Si parla di 175 milioni di euro, secondo La Verità, a cui si aggiunge un importo identico per istruire e fornire cibo e acqua ai cittadini ucraini in difficoltà.
Lo scenario degli Stati Uniti invece potrebbe essere ribaltato dalla possibilità di vittoria dei Repubblicani nel Congresso, che secondo i sondaggi locali sarebbe un esito probabile. In primavera il capo dei repubblicani al Senato, Mitch McConnell, aveva assicurato pieno appoggio alla causa ucraina recandosi di persona dal presidente Volodymyr Zelensky. Le parole odierne di Kevin McCarthy sembrano però lasciare pochi dubbi sul nuovo corso che potrebbe prendere la politica degli Stati Uniti, perché lui stesso concorre alla carica di speaker della Camera attualmente ricoperta da Nancy Pelosi. In questo quadro, come analizza Il Corriere della Sera, dopo le elezioni di mid term il Congresso statunitense potrebbe mantenere la sua maggioranza pro-Ucraina, ma uno speaker Repubblicano potrebbe bloccare l’erogazione di fondi a Kiev prediligendo il sostegno economico del proprio Paese.