I numeri parlano da soli: oltre 51 milioni di euro di importazioni di petrolio, 140.000 tonnellate di materia prima vergine e 628 milioni di litri d’acqua risparmiati in un anno. Senza contare le mancate emissioni equivalenti a 155.000 tonnellate di CO2. Sono i risultati che porta in dote l’applicazione del sistema ad “anello chiuso”, che utilizza materiali in plastica riciclata per la produzione di casse, pallet e dotazioni destinate all’allestimento dei reparti di ortofrutta nei punti di vendita della Distribuzione Moderna. E che è alla base del protocollo d’intesa stretto tra Federdistribuzione e Conip, Consorzio Nazionale Imballaggi Plastica per sostenere il progetto “Usa & Recupera”.



Il sistema – si legge in una nota congiunta delle due associazioni – è un esempio concreto di economia circolare applicata ai processi aziendali: i materiali per il contenimento e l’esposizione dell’ortofrutta, realizzati con plastica riciclata, dopo il loro regolare utilizzo vengono infatti ritirati e avviati alle procedure di riciclo dando vita a nuovi imballaggi, pronti per essere riutilizzati, alimentando così un circolo virtuoso. Attraverso l’accordo appena stipulato, dunque, le aziende associate a Federdistribuzione, che hanno una presenza capillare su tutto il territorio nazionale, potranno contribuire a incrementare i risultati già ottenuti dal sistema.



“Applicare nel reparto ortofrutta un modello di recupero e riutilizzo di materiali – spiega Alberto Frausin, Presidente di Federdistribuzione – è un esempio di come si possano combinare risultati significativi in termini di sostenibilità ambientale a vantaggi sul piano gestionale ed economico”. Il tutto a beneficio della collettività. 

Consumi ancora deboli

Il passo verso l’economia circolare segnato da questa intesa si inserisce in una complessiva strategia green cui la distribuzione si affida (anche) per affrontare uno scenario piuttosto complicato. Secondo l’Istat, infatti, le vendite al dettaglio in agosto rilasciano la fotografia di un mercato contraddistinto da un andamento incoraggiante, che però si scontra con una dinamica dei consumi ancora debole. I numeri parlano di un +0,4% rispetto al mese precedente per il commercio nel suo complesso, con le vendite alimentari pressoché stazionarie (+0,1% rispetto al mese precedente).



“A livello macro economico – commenta Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Relazioni con la Filiera e Ufficio Studi di Federdistribuzione – si riscontrano diversi indicatori positivi: la crescita del Pil che si prospetta più che solida anche nel terzo trimestre, una robusta ripresa delle esportazioni e la fiducia dei consumatori che raggiunge uno dei picchi più alti riscontrati da tempo. Si tratta di segnali importanti per il sentiment economico del Paese che vanno supportati per uscire definitivamente dalla fase emergenziale ed entrare appieno nella ripresa. E anche sul fronte dei consumi possiamo rilevare come la macchina si sia rimessa in moto, pur con alcune rilevanti differenze tra i singoli comparti. Siamo tuttavia di fronte a una ripartenza fragile, non ancora sufficiente a riportare la domanda interna a livello pre-pandemico. Inoltre, occorre prestare attenzione ai possibili effetti inflazionistici che si stanno palesando, derivanti dal rincaro dei beni energetici e di alcune materie prime. La tutela del potere di acquisto delle famiglie è un fattore determinante per proseguire sulla strada del rilancio economico del Paese”. 

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