Negli USA la rete elettrica sembra essere sempre più vicina al completo collasso a causa di un fortissimo aumento della domanda negli ultimi mesi, dovuto soprattutto alla transizione green, ma anche al proliferare di enormi Data center per l’intelligenza artificiale e di farm per le criptovalute. A riferirlo è una lunga inchiesta del Washington Post che ha interpellato i fornitori di energia, ma anche i gestori delle reti, per comprendere la portata di un problema che potrebbe riflettersi presto sull’intero sistema economico.
La rete elettrica vacilla più o meno ovunque negli USA e gli effetti, in alcune aree, iniziano a farsi sentire anche sul mondo industriale. La Georgia, per esempio, ha raggiunto il record di richiesta dei energia elettrica da parte dell’industria, mentre i consumi nei prossimi anni si stima che si decuplicheranno, mentre in Arizona entro la fine del decennio si prevede la saturazione del sistema di trasmissione dell’energia. In Virginia e in Texas, invece, per evitare le crisi della rete elettrica sempre più frequenti negli USA, si inizia a discutere l’ipotesi di usare piccole centrali nucleari per servire esclusivamente aziende e industrie più energivore.
Da cosa dipende la crisi della rete elettrica negli USA
Dietro alla crisi della rete elettrica negli USA si nascondono, secondo il WP, diversi fattori, tutti legati in qualche modo alla transizione green e alle innovazioni digitali. La causa principale della maggiore domanda sono, infatti, i Data center, che devono gestire moli di informazioni sempre maggiori soprattutto in virtù dell’intelligenza artificiale che, a sua volta, gestirà moli di dati sempre più importanti, unitamente peraltro ai Data center tradizionali, già estremamente energivori.
Similmente, un’altra tra le cause principali della crisi della rete elettrica negli USA è legata alla criptovalute, per le quali sono richieste potenze di calcolo sempre maggiori e, talvolta, computer che ‘minano’ per 24 ore su 24 a pienissimo regime. In tutto questo, però, si unisce anche la transizione green, che ha almeno tre riflessi sulla crisi. Il primo è legato all’abbandono delle produzioni energetiche inquinanti, che riduce l’offerta di domanda. Il secondo, invece, è legato alla progettazione e costruzione di impianti e industrie per costruire gli elementi fondamentali per la transizione. Infine, l’ultimo effetto sulla crisi della rete elettrica negli USA collegato all’economia green è ancora in fase embrionale, ma destinato ad esplodere. Questo, infatti, è legato alla futura richiesta civile di energia per alimentare prodotti sempre più in larga parte elettrici, come macchine e moto, ma anche mezzi pubblici.
Il riflesso della crisi energetica sull’economia USA
Insomma, il collasso della rete elettrica negli USA sembra essere sempre più vicino, con stime accorciate drasticamente rispetto alle precedenti, redatte pochi anni fa. Il possibile riflesso sull’economia sarebbe enorme, perché aziende e industrie, a fronte di interruzioni della corrente, oppure di limitazioni di vario tipo o, anche, di costi eccessivamente alti, abbandoneranno gli Stati Uniti, trasferendo produzioni in zone del mondo più convenienti. Similmente, già ora sono parecchie le aziende che faticano a trovare lotti di terreni per costruire impianti, decidendo in alcuni casi di costruirli nella vicina America Latina.
Tuttavia, avverte il Washington Post, gli interventi di manutenzione del sistema per aumentarne la resa saranno complicati, sia politicamente che economicamente, per quanto tempestivamente necessari. L’ostacolo principale è legato alle singole leggi statali, oltre che alla frammentazione del sistema federale, che prevede trattative, investimenti e lavori diversificati per ognuna delle aree. Nulla di impossibile, la rete elettrica degli USA si può salvare, ma non sarà facile e sicuramente neppure economico.