Gli Usa avrebbero fatto ricorso al “telefono rosso” per contattare Mosca, ma non avrebbero ricevuto risposta. La richiesta di comunicazione, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, sarebbe partita dal Pentagono nelle scorse ore con l’obiettivo di trattare la situazione relativa allo spazio aereo Nato che confina con quello ucraino. Dal Cremlino, tuttavia, soltanto silenzio.



Le autorità americane ritengono che un contatto sia indispensabile per evitare “incidenti”. La Russia, dopo avere dato il via alla guerra in Ucraina, sta infatti facendo un uso massiccio delle forze aeree, soprattutto nei cieli che sorvolano la capitale Kiev. Gli Stati Uniti, allo stesso tempo, stanno mettendo in atto una intensa attività di pattugliamento nel suo spazio, che in moltissimi punti confina con quello in cui si è piazzato Vladimir Putin. Una stretta informativa dunque sarebbe utile per evitare l’irreparabile, ma finora i tentativi sono andati a vuoto.



Usa ricorrono a “telefono rosso” per Mosca: cos’è e quando è nato

Non è certamente la prima volta che gli Usa ricorrono al cosiddetto “telefono rosso” per contattare Mosca. Esso, infatti, è una linea di comunicazione speciale utile a collegare le due superpotenze. Essa venne creata nel corso della guerra fredda. Per la precisione, nel 1963, dopo la crisi dei missili a Cuba. Poco dopo fu stabilito che ce ne fossero una anche tra i ministri della Difesa americano e russo ed una tra i capi di Stato Maggiore. La più importante è senza dubbio quest’ultima, in quanto serve ad evitare qualsiasi tipologia di incomprensione.



Nelle ultime ore, però, essa non è stata instaurata: a rivelarlo è il quotidiano americano Politico. Non ci sarebbero stati contatti tra il capo di Stato Maggiore americano Mark Milley e il suo omologo russo Valery Gerasimov. Le ultime “telefonate” (che in realtà nel tempo sono diventate prima comunicazioni via fax e poi via computer) risalirebbero piuttosto all’inizio di febbraio, quindi ben prima dell’inizio della guerra in Ucraina.