La Russia ha usato armi chimiche in Ucraina: questa la pesante accusa mossa dal Dipartimento di Stato Usa in un lungo comunicato stampa in cui ha anche fornito i dettagli delle sostanze usate. La tesi americana è che sia stata usata la cloropicrina, una sostanza “soffocante” ampiamente usata durante la Prima guerra mondiale, oltre a gas lacrimogeni, considerati armi chimiche se usati in guerra, secondo l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, un organo di attuazione della Convenzione sulle armi chimiche. Da qui l’accusa da parte degli Stati Uniti di aver violato il trattato che è stato ratificato anche dalla Russia. Per il Dipartimento di Stato non si tratta di un incidente isolato, ma di un vero e proprio “metodo di guerra” probabilmente per spingere le truppe di Kiev a lasciare le loro posizioni fortificate e a conquistare terreno sul campo di battaglia, tesi sostenuta anche da diversi medici e soldati.
In virtù di tutto ciò, la Casa Bianca intende imporre sanzioni a tre enti statali legati ai programmi di armi chimiche e biologiche della Russia e contro quattro aziende che li sostengono. Inoltre, il Dipartimento americano ha citato anche Aleksei Navalny, perché il mancato rispetto da parte della Russia degli obblighi previsti dalla Convenzione sulle armi chimiche “proviene dallo stesso libro di giochi” delle operazioni di avvelenamento con agenti nervini Novichok del leader dell’opposizione russa, e dell’ex spia russa Sergei Skripal. La Russia ha respinto le accuse, definite “odiose e prive di fondamento” dall’ambasciatore russo in Usa, Anatoly Antonov.
GLI EFFETTI DELLA CLOROPICRINA E DEI GAS LACRIMOGENI IN TRINCEA
Stando ai dati forniti dall’Ucraina, sono circa 1.400 i casi di sospetto uso di armi chimiche da parte della Russia da quando è iniziata la guerra, aggiungendo che il ritmo è aumentato con l’avanzare degli attacchi russi lungo la linea del fronte. Il maggiore Anastasiia Bobobvnikova, addetta agli affari pubblici delle Forze di Supporto dell’Esercito ucraino, ha segnalato che a marzo sono stati registrati 371 casi di sospetto uso di armi chimiche da parte dei soldati russi, circa 7 volte il numero dell’anno precedente.
Ci sono medici in prima linea che hanno riportato come durante l’inverno, con i combattimenti in corso attorno alla città di Avdiivka in cui la Russia non riusciva a fare progressi, i soldati del Cremlino avrebbero fatto uso di cloropicrina, che causa gravi irritazioni al naso, alla gola e ai polmoni quando viene inalata. In alcuni casi si sperimenta anche bruciore alla pelle e vomito e si possono riportare altri effetti debilitanti che rendono impossibile combattere. Per quanto riguarda i gas lacrimogeni, mentre i civili possono di solito sfuggirvi durante le proteste, i soldati in trincea rischiano di soffocare. Secondo il viceprocuratore generale ucraino Gyunduz Mamedov, l’esercito della Russia avrebbe usato gas lacrimogeni contro le truppe di Kiev almeno 900 volte negli ultimi sei mesi, con oltre 1.400 incidenti riportati dall’inizio della guerra.