ALLARME USA SU ARMI CHIMICHE IN RUSSIA

«Dovremmo essere tutti in allerta rispetto all’uso di armi chimiche da parte della Russia o aspettarci che Mosca le usi per creare un pretesto, è uno schema chiaro»: l’allarme scatta dalla Casa Bianca, dalle parole della portavoce di Joe Biden, Jen Psaki. Mentre in Turchia i Ministri degli Esteri di Russia e Ucraina si sono trovati per la prima volta dall’inizio della guerra, lo scontro diplomatico a distanza tra Occidente e Cremlino non si placa e rischia di portare il conflitto attuale ai confini di una inimmaginabile e tremenda terza guerra mondiale.



Lo scontro sulle armi chimiche – che riporta la mente agli echi non ben auguranti del periodo Colin Powell-Iraq-Saddam – nasce tutto dall’accusa di Mosca contro il Governo Zelensky: «Gli Stati Uniti hanno finanziato un programma di armi biologiche in Ucraina», aveva detto in un briefing con la stampa il portavoce del Ministero della Difesa Igor Konašenkov. La portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zacharova, invece, aver rivelato di essere in possesso di documenti che dimostravano la colpevolezza di Kiev nell’ordinare distruzione di campioni biologici di peste, colera, antrace e altri agenti patogeni prima del 24 febbraio, data dello scoppio del conflitto con l’inizio dell’invasione russa. Ovviamente tutte queste accuse sono state sentite tanto da Kiev quanto dagli Stati Uniti, che con la Casa Bianca è invece tornata al contrattacco nella serata del 9 marzo.



LA CONTRO-INFORMAZIONE TRA RUSSIA, USA E UCRAINA

«Accuse assurde, un ovvio stratagemma per cercare di giustificare ulteriori future aggressioni»: così definisce Jen Psaki il dossier di Mosca sulle armi chimiche presunte in mano a Kiev, finanziate da Washington. «Abbiamo preso nota delle false affermazioni della Russia sui presunti laboratori di armi biologiche degli Stati Uniti e sullo sviluppo di armi chimiche in Ucraina. Abbiamo anche visto funzionari cinesi fare eco a queste teorie cospirative», ha detto ancora la portavoce di Joe Biden nel briefing con la stampa, «un’evidente manovra della Russia per cercare di giustificare il suo ulteriore attacco premeditato, non provocato e ingiustificato all’Ucraina». Il problema, conclude Psaki, è che a questo punto con la Russia che ha lanciato tali accuse e la Cina «che ha apparentemente appoggiato questa propaganda, dovremmo essere tutti in allerta rispetto all’uso di armi chimiche da parte della Russia o aspettarci che Mosca le usi per creare un pretesto, è uno schema chiaro». Informazione e contro-informazione, con Kiev e Mosca che si rimpallano accuse, non avviene solo sul fronte armi chimiche: è di ieri l’accusa del Ministero della Difesa russo circa l’intenzione di invasione del Donbass in mente al Governo di Zelensky per il mese di marzo. Presentati anche i documenti del Cremlino dove si troverebbero le presunte prove del piano di invasione di Kiev: anche qui, Ucraina e Casa Bianca smentiscono su tutta la linea e accusano Mosca di cercare una “motivazione” al progetto di invasione poi effettivamente portato avanti da Vladimir Putin.

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