Un virus creato in laboratorio, potenzialmente meno aggressivo del nuovo coronavirus diventato pandemico, per il contagio internazionale. E’ questa la mossa “choc” degli Usa, e in particolare del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), istituto governativo guidato dallo scienziato Anthony Fauci, per tentare di accorciare i tempi e verificare se il vaccino offre la protezione adeguata. Di fatto ai volontari sarà somministrato tramite naso il coronavirus allo scopo di infettarli intenzionalmente. Un progetto denominato “human challenge” probabilmente ai limiti dell’etica, ma che gli Stati Uniti d’America hanno comunque deciso di autorizzare per fronteggiare un’epidemia che rischia di raggiungere presto la quota di 200mila morti. Con questa mossa il governo americano sarebbe in grado di prescindere dall’andamento della pandemia per testare il vaccino, senza essere così costretto a sperimentare la validità dello stesso in quei Paesi dove il contagio è più spinto e dunque la probabilità di un volontario di venire a contatto con il virus più elevata. Secondo quanto riportato da La Repubblica, il sito 1daysooner ha già raccolto le firme di 33mila potenziali volontari pronti a sottoporsi al contagio intenzionale. (agg. di Dario D’Angelo)



VIRUS CREATO IN LABORATORIO PER CONTAGIO INTENZIONALE

Lo Human Challenge Trial è l’unico modo per arrivare rapidamente al vaccino e arginare così la pandemia di coronavirus. Lo diceva Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Bergamo, nelle scorse settimane all’Ansa. Per arrivare prima al vaccino bisogna somministrare il candidato ad un gruppo di volontari sani e, una volta formati gli anticorpi, inoculare il virus negli stessi individui. Ma questa strategia pone una questione etica, in quanto non esistono “terapie di salvataggio” per chi si ammala. Gli Stati Uniti però sono pronti a intraprendere questa strada. Gli scienziati americani, infatti, secondo quanto riportato da Reuters, hanno cominciato a creare un ceppo del nuovo coronavirus che potrebbe essere usato nell’ambito degli Human Challenge Trial dei vaccini. Il lavoro è controverso, in quanto i volontari sani vengono vaccinati e poi intenzionalmente contagiati. Siamo comunque ad una fase preliminare, inoltre l’Istituto Nazionale di allergie e malattie infettive (Niaid) Usa spiega che i test non andrebbero a rimpiazzare quelli su larga scala o di fase 3, come quelli che attualmente sono in corso negli Stati Uniti per le sperimentazioni di potenziali vaccini contro il Covid-19 da parte di Moderna e Pfizer.



USA VERSO HUMAN CHALLENGE TRIAL PER VACCINO?

Gli scienziati americani che si stanno occupando della lotta alla pandemia di coronavirus stanno ricevendo pressioni da parte di gruppi che ritengono lo Human Challenge Trial una possibilità di velocizzare le sperimentazioni di un candidato vaccino. La maggior parte degli esperimenti attualmente si basa sull’infezione volontaria, una procedura che richiede maggior tempo. Alcune case farmaceutiche, come AstraZeneca e Johnson & Johnson, si sono dette disponibili a prendere in considerazione questa procedura. Intanto Niaid ha avviato indagini sulle «implicazioni tecniche ed etiche della conduzione di studi di questo genere», così da farsi trovare pronti se dovesse presentarsi la necessità di ricorrere a questi tipi di test per verificare l’efficacia di un vaccino o di una terapia per il coronavirus. Di conseguenza, va anche sviluppato un ceppo adeguato di Sars-CoV-2, ma va anche stilato un protocollo clinico e vanno identificate le risorse necessarie per questo tipo di sperimentazioni. Gli studi di modeste dimensioni, spiega Reuters, andranno svolti in piccole unità di isolamento per controllare il virus, quelle più ampie (da 100 persone in su) dovrebbero essere effettuate in più sedi.

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