La “guerra fredda” tra occidente e Cina si contiua a combattere sul fronte degli investimenti e delle imortazioni di prodotti tecnologici e digitali. Come riporta il quotidiano The Daily Telegraph, dagli Usa l’ultima proposta di Biden è quella di imporre uno stop totale a tutti gli investimenti dei cittadini americani nei confronti delle compagnie digitali cinesi, specialmente quelle che rappresentano l’ultima frontiera dell’intelligenza artificiale. Oltre a nuovi ban sui chip. Il motivo ufficiale è che sussiste il grave rischio che si possa diffondere disinformazione, ma anche per il fatto che il governo non vuole più arricchire l’economia della Cina, perchè c’è il timore che possa contribuire all’ampliamento delle strategie militari che potrebbero essere usate contro Taiwan e contro l’America.



Come dichiarato dalla Casa Bianca “L’amministrazione Biden è impegnata a mantenere l’America sicura e a difendere la sicurezza nazionale tutelando tecnologie che sono cruciali per la prossima generazione di innovazione militare“. Ora la Cina è accusata di produrre strumenti e sistemi digitali che grazie all’intelligenza artificiale promuovono i valori del comunismo e censurano chiunque possa avere idee differenti. Inoltre come sostiene l’amministrazione Usa, c’è il pericolo che questi generatori di testi presentino contenuti discriminatori e razzisti.



Dall’Europa più cautela sui limiti agli investimenti in Cina “potrebbero compromettere transizione energetica”

Se dagli Usa la politica futura sarà quella di imporre fortissime restrizioni agli investimenti nelle industrie tecnologiche cinesi, dall’Europa l’atteggiamento attuale è più cauto. Per il timore di avere serie ripercussioni ecponomiche infatti, come riporta il Financial Times, da Bruxelles le proposte saranno differenti e graduali. Da fonti interne vicine al quotidiano sembrerebbe che l’Ue non abbia intenzione per il momento di seguire la stessa strada dell’amministrazione Biden, anche se incoraggiata ufficialmente ad intraprendere azioni per limitare almeno le importazioni. Gli stati membri non hanno raggiunto un accordo e probabilmente le misure saranno pretso discusse attraverso riunioni durante le quali ogni leader proporrà ipotesi.



Questo perchè la Cina attualmente detiene un assoluto monopolio per quanto riguarda la fornitura di materiali, semiconduttori e minerali fondamentali alla transizione energetica che è in atto in Europa, quindi Bruxelles pur volendone limitare lo strapotere economico che potrebbe avere conseguenze disatrose, non intende perseguire una strada di divieti troppo estrema, perchè c’è il rischio di bloccare alcuni processi e creare un problema anche per le industrie.

Uk, Sunak potrebbe seguire l’esempio di Biden e porre limiti alle importazioni tech dalla Cina

L’alleanza Usa-Unione Europea per quanto riguarda le sanzioni da imporre alla Cina non sembra molto sulla stessa lunghezza d’onda. E anche dalla Gran Bretagna c’è molta incertezza sul fatto di seguire, ciecamente o meno, l’esempio di Biden. Certamente il governo ha annunciato più volte che i prodotti tecnologici cinesi, così come l’intelligenza artificiale, ma anche i social come Tik Tok possono essere rischiosi per la sicurezza nazionale. Il timore infatti è quello di un’acquisizione dei dati degli utenti e di uno scambio di informazioni riservate attraverso sistemi di protezione privacy che non sono riconosciuti in occidente.

Sunak ora potrebbe quindi allinearsi con la Casa Bianca e proporre un ulteriore limite sia agli investimenti che ai prodotti importati, compresi i semiconduttori. Come riporta il Daily Mail però questa mossa potrebbe essere un’arma a doppio taglio, in quanto, la Cina è attualmente il quarto partner commerciale della Gran Bretagna e un’azione di risposta da parte del governo di Pechino potrebbe compromettere seriamente l’economia, lo sviluppo e la produttività aziendale in Uk, incrementando il problema della disoccupazione.