CHIESA USA, NO ALLE TERAPIE DI GENERE NEGLI OSPEDALI CATTOLICI?

Negli Stati Uniti i vescovi vanno verso il divieto della transizione di genere nelle cliniche cattoliche, anche se nel mondo delle Chiese d’Oltreoceano il dibattito ha portato a delle divisioni: dopo che negli ultimi mesi l’episcopato aveva vietato nelle cliniche e negli ospedali di proprietà della Chiesa statunitense l’effettuazione di terapie per la transizione di genere, in quanto “contro il disegno di Dio”, la Conferenza si confronta sull’opportunità o meno di avviare una procedura che avrebbe come obiettivo quello di portare a un divieto netto e chiaro.



Secondo quanto riporta ‘La Croix’, quotidiano francese d’ispirazione cattolica, in un suo articolo, la questione dibattuta dalla USCCB (Conferenza Americana dei Vescovi Cattolici) in quel di Orlando, in Florida, era meramente tecnica ma ha fatto comunque discutere: il tema del giorno era votare in merito all’apertura di una procedura di revisione delle direttive che regolamentano le oltre 2000 strutture sanitarie di orientamento cattolico negli Stati Uniti. Come accennato, anche il pezzo in questione conferma come l’argomento divida in seno la Chiesa americana dal momento che l’accettazione delle persone transgender varia da parrocchia a parrocchia. Il voto di cui sopra, inoltre, arriva dopo la pubblicazione nello scorso marzo di un memorandum da parte del Comitato per la Dottrina.



VOTO DELL’USCCB, “QUESTIONE CONTROVERSA, DIVISIONI ALL’INTERNO DELLA CHIESA”

Quel memorandum era stato divulgato infatti da quello che è un organo interno alla chiesa a stelle e strisce che si occupa delle varie questioni teologiche tra cui le terapie di genere, ovvero la gamma di interventi a livello ormonale, mentale e fisico per tutte quelle persone che non vogliono riconoscere il proprio sesso di nascita. A detta di molto vescovi, quelle procedure, chirurgiche e di altro tipo, non rispetterebbero “l’ordine fondamentale del corpo umano”. Ad ogni modo l’USCCB aveva sottolineato che un voto favorevole non implicherebbe un divieto immediato bensì autorizzerebbe un’apposita commissione a lavorare su delle nuove linee-guida “nel campo delle relazioni tra pazienti e professionisti della salute”.



Secondo ‘La Croix’, una volta che il documento di lavoro sarà pronto, i vescovi americani lo esamineranno ed eventualmente voteranno una possibile revisione in una successiva riunione: ovviamente, come spiega il quotidiano francese, il voto non è passato inosservato dal momento che i diritti delle persone transgender (poco meno del 2% della popolazione tra i 13 e i 17 anni) sono al centro del dibattito pubblico; non solo dato che in molti Stati sono state approvate leggi che consentono la partecipazione dei trans a sport di squadra e non solo, cosa vista di buon grado da associazioni di medici e psichiatri secondo cui la comunità trans è colpita “in modo sproporzionato da casi di depressione e suicidi”. “Si tratta di una questione controversa” ha ammesso Edward Furton che fa da consigliere dell’USCCB sulle questioni mediche. A suo dire i vescovi avrebbero ragione a emettere le linee-guida di cui sopra e che l’opinione pubblica sarebbe al 55% favorevole alla decisione da parte degli ospedali cattolici di negare le terapie di genere. Dall’altro lato si sottolinea però anche come i servizi sanitari cattolici trattano un paziente su sette ogni giorno e sono talvolta l’unica speranza e opzione di cura nelle zone rurali o povere. “L’episcopato non è al passo con l’esperienza di molti parrocchiani che scoprono che i loro cari sono trans” ha affermato Francis DeBernardo, direttore di New Ways Ministry, associazione cattolica che si batte per una maggiore accettazione degli omosessuali all’interno della Chiesa.