In Italia li chiameremmo “rifugi sicuri”, negli Stati Uniti sono Safe Haven Baby Box. Si tratta di una rivisitazione delle “ruote degli Esposti”, usate in Francia nel 1188 per consentire di abbandonare i neonati senza essere visti. Quindi, sono cassette dove riporre i bambini appena nati. Contenitori in metallo con una culla da ospedale all’interno a temperatura controllata. Una volta che il bambino viene riposto dentro non sono consentiti ripensamenti, perché si blocca automaticamente e non si può più riaprire dall’esterno. Viene attivato un allarme e il personale della struttura può accorrere e accedere alla culla. Nel frattempo, parte una chiamata al numero d’emergenza 911. Negli ultimi tre anni un’organizzazione antiabortista le ha collocate negli Stati più conservatori in Usa.
Da quando però la Corte Suprema ha revocato la sentenza Roe v. Wade del 1973, che garantiva il diritto federale a interrompere la gravidanza, le ruote degli esposti sono tornate d’attualità. Ad esempio, a Carmel, nell’Indiana, ce n’era una sul retro della locale stazione dei pompieri. In tre anni non era mai stata usata. Ma da quando è iniziato il dibattito sull’aborto nello Stato che lo ha vietato fin dal concepimento, la cassetta si è riempita per sei volte di seguito. A rispolverare le Safe Haven Baby Box è l’attivista pro-life Monica Kelsey, 46enne con una storia difficile alle spalle: è stata adottata dopo essere stata abbandonata da una mamma teenager che era stata stuprata. Le sue prime “baby box” risalgono al 2016.
RUOTE DEGLI ESPOSTI SI RIEMPIONO DOPO SENTENZA CORTE SUPREMA
Visto che tanti Stati stanno varando leggi per impedire o rendere più complicato l’aborto, Monica Kelsey, con l’aiuto di altre organizzazioni e politici anti-abortisti, sta facendo pressioni sui governi conservatori affinché vengano collocate nuove cassette. Del resto, la giudice più conservatrice della Corte Suprema, Amy Coney Barrett, l’ha definita una “valida alternativa all’aborto”, mentre l’altro giudice supremo Samuel Alito, che ha scritto personalmente la sentenza anti-Roe, ne ha parlato come di un esempio di “sviluppo moderno”. Il problema è che quei neonati poi una volta cresciuti non possono più risalire alle loro origini, quindi essere al corrente di eventuali malattie ereditare. “Gli abbandoni stanno accadendo ovunque, ma le persone non ne sono consapevoli perché non sta accadendo nel loro cortile. Siamo tutti d’accordo che un bambino dovrebbe essere messo nella mia scatola e non in un cassonetto per morire. Quando a una donna vengono date delle opzioni, sceglierà ciò che è meglio per lei e se questo significa che nel suo momento di crisi sceglie un baby box, dovremmo tutti supportarla nella sua decisione”, spiega Kelsey al New York Times.
“Se un genitore usa le Safe Haven vuol dire che l’intero sistema ha fallito”, dichiara Ryan Hanlon, presidente del Consiglio nazionale per l’adozione, suggerendo di affidarsi alle strutture ospedaliere. In questo modo le adozioni possono essere meno problematiche, visto che si avrebbero più informazioni sulle condizioni di salute dei bambini. Inoltre, le donne potrebbero aver nascosto le loro gravidanze e partorito senza cure prenatali, sofferto di violenza domestica, tossicodipendenza, essere senzatetto o avere malattie mentali, tutte informazioni che sarebbe utile avere.