“Una brutale pugnalata alle spalle”: così il ministro degli Esteri francese ha definito la cancellazione da parte dell’Australia di un precedente accordo con Parigi per la vendita di sottomarini. Ora Canberra li acquisterà dagli Usa, per di più a propulsione e armamento nucleare, come membro di Aukus, alleanza strategica in funzione anti-cinese tra Usa, Regno Unito e Australia. Macron ha reagito indignato anche per non essere stato consultato su questa alleanza e ha richiamato a Parigi per consultazioni gli ambasciatori a Washington e a Canberra.
“È una reazione ridicola quella di Macron” ci ha detto in questa intervista il generale Carlo Jean, esperto di strategia, docente e opinionista “perché più che l’ambasciatore negli Stati Uniti avrebbe dovuto richiamare quello a Londra, ma si è guardato bene dal farlo. Inoltre la Francia è stata protagonista in passato di episodi analoghi e ha sempre usato l’Unione Europea per rafforzare il suo dominio mondiale”. Al netto dell’episodio che non toccherà certo alleanze storiche come queste, resta l’aumento di tensione nell’Indo-Pacifico e contro la Cina.
Un atto “unilaterale, brutale, imprevedibile che somiglia molto a quello che faceva Trump” ha detto la Francia della decisione australiana di rompere l’accordo per i sommergibili. La reazione di Parigi le sembra giustificata?
Direi piuttosto che la reazione francese mi sembra ridicola.
Perché?
Basterebbe ricordare l’episodio del tentato acquisto da parte di Fincantieri dei Chantiers de l’Atlantique, l’accordo Stx, che avrebbe dato il via a un grande cantiere navale europeo. La Francia proclamò il rischio di problemi di sovranità nazionale. Certo, si riesce a capire che perdere commesse per 24 miliardi di euro brucia, così come non essere considerati da Usa e Regno Unito, ma allora avrebbe avuto più senso ritirare l’ambasciatore a Londra che quello a Washington.
Ci spieghi.
Gli Stati Uniti non hanno certo bisogno di chiedere il permesso alla Francia per la propria politica estera, tanto più che sono già alleati con l’Australia nel trattato con India e Giappone in funzione anti-cinese.
La Francia però è l’unico paese europeo insieme al Regno Unito a disporre dell’arma atomica. Valeva la pena trattarla in questo modo?
Il Regno Unito, soprattutto adesso che non è più parte dell’Ue, persegue la strategia di Boris Johnson della “Global Britain”, una potenza globale. Proprio recentemente Macron aveva ironizzato su questo, visto che la Francia in Polinesia mantiene ancora 7mila soldati.
Questa crisi spingerà la Francia ad avvicinarsi alla Germania? Con quali conseguenze per l’Unione?
La Francia ha sempre cercato di utilizzare l’Ue per rafforzare il suo ruolo mondiale. Macron continua a chiedere autonomia militare per l’Europa, ma allo stesso tempo non ha nessuna intenzione di mettere a disposizione il suo esercito. Vuole una cosa e fa il suo contrario.
Tornando invece sullo scenario Indo-Pacifico, questa nuova alleanza che significato ha? Gli Stati Uniti considerano Taiwan già persa?
No, Taiwan con gli ultimi aiuti militari americani si sta trasformando in una vera e propria fortezza. È piena di bunker e montagne alte 3mila metri piene di rifugi per aerei e missili. Ha un esercito moderno e tecnologicamente avanzato. La Cina non è in condizioni di effettuare un attacco anfibio, che chiederebbe almeno un milione di uomini per sconfiggere i 250mila di Taiwan. Non potrebbe poi rifornirlo una volta sbarcato perché gli americani colpirebbero le navi di supporto.
In ogni caso la tensione già alta della regione è adesso ulteriormente in rialzo.
Certo, infatti la Cina ha reagito duramente. Con quest’alleanza l’Australia, che era già in grado di bloccare gli altri due stretti, oltre a quello di Malacca, che mettono in comunicazione con l’Oceano Indiano, disporrà di una flotta di sommergibili armati di missili nucleari.
(Paolo Vites)
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