USA: allarme per una possibile guerra civile

Gli USA sembrano essere sempre più sulla strada di una violenta guerra civile. In molti lo credono ed in molti altri lo negano fermamente, ma chi lo dice lo fa con la convinzione che alcuni segnali sociali restituiscono. Ne parlano tutti i grandi giornali americani, che interpellano commentatori, opinionisti, teorici e scrittori, tutti fermamente convinti che i segnali siano nell’aria, almeno da quando Joe Biden ha vinto le elezioni del 2020 contro Donald Trump.



Quello è stato un punto di rottura, secondo quanto sostenuto dallo scrittore Stephen Marche in un’intervista rilasciata per il quotidiano francese L’Opinion dove riflette proprio sulla possibile guerra civile che potrebbe scoppiare negli USA. Secondo il professore di scienze politiche dell’Università di Santa Barbara Christopher Sebastian Parker, citato dal Los Angeles Times, invece, “è una questione di quando, non di se“. Ancora più dura, invece, l’opinione della scrittrice e politologa Barbara F Walter che dice che la guerra civile negli USA avrà un nuovo volto: “Una guerriglia combattuta da molteplici piccole milizie del paese. Gli obiettivi saranno i civili, principalmente gruppi minoritari, leader d’opposizione e impiegati federali”.



Le ragioni della guerra civile negli USA

Insomma, sono parecchi a sostenere più o meno fermamente che gli USA stiano precipitando piano piano verso una pericolosa guerra civile. Una tendenza che secondo lo scrittore Stephen Marche è iniziata “nel 2008 con l’elezione di Barack Obama“, e che non si sarebbe affatto placata con le elezioni di metà mandato come molti commentatori sosterrebbero. “Ci sono ancora 200 funzionari repubblicani eletti in questa nuova legislatura che credono che la vittoria sia stata rubata a Donald Trump”.

Il sistema politico americano ha perso ogni legittimità. Ciò è dovuto a una costituzione talmente vecchia da non corrispondere più alla realtà contemporanea”, spiega ancora Marche parlando della guerra civile negli USA. “Nessuno si sente politicamente rappresentato e tutti si rendono conto che le elezioni non riflettono la volontà del popolo né offrono soluzioni”, e l’unica reazione è “la violenza”. “Essere democratici o repubblicani è sempre più una questione di identificazione tribale“, spiega ancora parlando degli antefatti della guerra civile che scoppierà negli USA, “l’America sta diventando due Americhe che si odiano e non si parlano“. Cinque scenari, secondo lo scrittore, porteranno a questa deriva: “Una mobilitazione tipo Gilet Gialli in Francia, l’assassinio del presidente, l’inondazione di New York a causa del cambiamento climatico, un attacco terroristico a Washington e la secessione”.