Nel contesto della guerra economica tra Cina e Stati Uniti un ruolo fondamentale giocano le infrastrutture digitali e, in modo particolare, i cavi sottomarini fondamentali per le comunicazioni civili e militari via Internet. Come ampiamente noto gli Usa hanno fino a questo momento svolto un ruolo fondamentale come players nel contesto del dominio delle infrastrutture digitali e non vogliono che la Cina, in particolare Huawei, possa ridimensionare in modo rilevante l’ egemonia conseguita.



La postura offensiva cinese anche nel contesto delle infrastrutture digitali sottomarine è dimostrata dal fatto che, in primo luogo, Huawei Marine Networks Co., di proprietà del gigante delle telecomunicazioni cinese, ha posato un cavo di 6mila chilometri tra il Brasile e il Camerun e, in secondo luogo, ha iniziato a lavorare su un’altra rotta di 12mila chilometri che collega l’Europa, l’Asia e l’Africa e sta completando i collegamenti tra il Golfo della California e il Messico. In totale, l’azienda sta lavorando su circa 90 progetti per costruire o aggiornare collegamenti in fibra ottica sul fondo marino.



Washington vede questa espansione come una delle principali minacce di spionaggio e sta attuando una forte pressione sui suoi alleati, avvertendoli che limiterebbe la condivisione nel contesto della cooperazione militare se Huawei dovesse riuscire a costruire l’infrastruttura di Internet mobile di prossima generazione, cioè il 5G. A tal proposito la Cina mira a diventare la prima potenza industriale e tecnologica entro il 2025 e intende perseguire questa finalità anche attraverso il controllo della tecnologia legata al 5G.

Allo scopo di contrastare la Cina alcuni fra i principali operatori occidentali stanno mettendo insieme i loro punti di forza e le loro capacità strategiche. Al riguardo, sia la fusione societaria tra la francese Eutelsat con i suoi due concorrenti Intelsat (Stati Uniti) e ESS (European Society of Satellites) – che ha certamente fra i suoi principali obiettivi quello di contrastare la concorrenza cinese –, sia la recente decisione del governo australiano di escludere i due giganti cinesi delle telecomunicazioni, Huawei e ZTE, dal suo mercato 5G intendono perseguire un unico obiettivo: quello, appunto, di contrastare il conseguimento dell’egemonia cinese sul fronte delle tecnologie del 5G. D’altronde, il governo francese già nel 2015 aveva posto in essere un sistema informatico in grado di contrastare eventuali azioni di spionaggio da parte cinese, denominato Cerbero.



Ebbene, al di là delle considerazioni di sicurezza in senso stretto, non vi è dubbio alcuno che le sinergie poste in essere dalle principali multinazionali delle telecomunicazioni abbiano come scopo anche quello di arrestare la crescita di Huawei nel contesto della tecnologia 5G.

Consapevole di ciò, la Cina attraverso una manovra di aggiramento, il 16 agosto 2016 ha lanciato il primo satellite di comunicazione quantistica nella storia. Tutti gli esperti del settore concordano nel considerare questo risultato come un prerequisito indispensabile per l’avvento di un sistema di comunicazioni crittografato entro il 2020-2030.

La Cina, quindi, viene considerata l’attuale leader nella comunicazione quantistica e ciò grazie ai profondi progressi della ricerca scientifica cinese in questo campo. Diverse potenziali applicazioni stanno iniziando a comparire. Possiamo citare il caso di Quantum Internet, dove i ricercatori cinesi hanno già iniziato a lavorare.

Se la Cina otterrà risultati convincenti prima dell’Occidente, tutto ciò avrà un grande impatto sulle innovazioni tecnologiche e informatiche, che potrebbe dare alla Cina una posizione di leadership mondiale. La Cina avrà, quindi, una protezione quantica considerata inviolabile dagli esperti del settore, garantendole un asset altamente strategico in termini di difesa informatica.

A tal proposito, gli Stati Uniti stanno conducendo una campagna molto pubblicizzata per escludere la società cinese Huawei dal 5G. I quattro principali operatori di telecomunicazioni del Regno Unito (China Telecom, China Mobile, China Unicom e China Broadcasting Network) sono autorizzati a gestire le comunicazioni mobili 5G, come ha annunciato sul proprio sito web il ministero dell’Industria e della tecnologia cinese.

Pechino dimostra con questa decisione che ha beni contro la guerra commerciale con gli Stati Uniti. E l’amministrazione Trump ha annunciata a maggio che vuole proibire alle compagnie statunitensi di vendere tecnologia al gruppo cinese, sospettato di spionaggio a beneficio di Pechino. Ma ciò non ha comunque impedito a Huawei di firmare un accordo, lo scorso 5 giugno, per sviluppare una rete 5G in Russia, dopo la visita di Stato a Mosca del presidente Xi Jinping.