I farmaci antidepressivi possono rappresentare una vera salvezza per alcuni pazienti, ma in altri potrebbero notevolmente aumentare il rischio di comportamenti suicidi, soprattutto nella fase di riduzione o sospensione della cura prescritta. La correlazione era stata già stata accertata da diversi studi internazionali, ora la conferma arriva anche da nuove ricerche in Gran Bretagna, ritenute necessarie dopo gli appelli lanciati da alcune associazioni di genitori che hanno perso i propri figli adolescenti, perchè si sono suicidati mentre erano in terapia psichiatrica per sindrome depressiva.



Lo riporta il quotidiano Daily Mail, che ha raccolto anche alcune testimonianze di chi combatte quotidianamente non solo con il senso di angoscia che inevitabilmente comporta la perdita di un figlio, ma anche con l’impotenza di non avere risposte chiare sulla situazione. Dopo la pubblicazione dello studio condotto dall’Università di East London in merito, sono intervenuti anche gli psichiatri a chiedere alle case farmaceutiche e medici di famiglia maggiori avvertenze su tutti i gravi effetti collaterali che tali medicinali possono avere su alcune persone già in stato di fragilità psichica.



Antidepressivi correlati a suicidio tra i giovani, appello genitori “Cure prescritte con troppa facilità”

Lo studio su correlazione tra suicidio e antidepressivi condotto principalmente dal professore di psicologia clinica John Read, ha dimostrato che tra il 2003 ed il 2020, in tutte le inchieste per suicidio avviate nel Galles, più della metà dei casi, specialmente relativi a ragazzi in età adolescenziale, riguardava pazienti in cura per la depressione con terapie farmacologiche. La conclusione dello psicologo è stata quella che “sebbene non si possa chiaramente affermare che il medicinale abbia contribuito all’atto di togliersi la vita, sicuramente quello che abbiamo dimostrato è che la terapia non ha funzionato adeguatamente per combattere il problema“.



Ora ed essere messa sotto accusa dai genitori che hanno perso i propri figli, è anche la facilità di prescrizione adottata dai centri pubblici di supporto psicologico, che troppo spesso somministrano antidepressivi ai ragazzini senza avvertire le famiglie delle controindicazioni. Una mamma riferisce al Daily MailMio figlio era completamente cambiato da quando il medico di famiglia gli consigliò di assumere citalopram, prima anche se con episodi di tristezza, aveva amici ed era attivo, dopo soli dieci giorni di cura sembrava avesse completamente rinunciato alla vita“.