Il generale Dino Tricarico, ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, torna a parlare della strage di Ustica e in particolare dei nuovi documenti sulla pista palestinese. «Non sono illazioni, questi sono documenti che vanno maneggiati con grande cura e rapportati anche storicamente alle dinamiche geopolitiche del momento», dichiara all’AdnKronos. Secondo Tricarico, servono analisti esperti per valutare i contenuti di quelle carte, soprattutto alla luce della cultura dell’intelligence dell’epoca. «Mi auguro anche che la magistratura se ne occupi, perché può essere una svolta importante», aggiunge Tricarico. Per il generale non è solo una ipotesi teorica. Ma ritiene necessario anche il contributo dell’associazione dei parenti delle vittime, che non devono «negare l’esistenza di queste carte e dare dei depistatori a chi ha contribuito a renderle pubbliche». Inoltre, la vicenda della desecretazione dei documenti è «un’anomalia» per Tricarico. «È strano che dopo 40 anni, ancora oggi il Presidente del Consiglio non abbia dato luce verde per renderle pubbliche. Dopo 40 anni stiamo ancora a chiedere la desecretazione di documenti», conclude. (agg. di Silvana Palazzo)



USTICA, FICO “SE NON FOSSE PER I FAMIGLIARI VITTIME…”

E’ in corso a Bologna la consueta giornata di commemorazione in ricordo della strage di Ustica, tragedia avvenuta oggi esattamente 40 anni fa. Fra le istituzioni presenti, anche il presidente della Camera, Roberto Fico, che nel suo intervento di stamane al consiglio comunale ha spiegato: “Se non fosse stato per l’incessante richiesta di verità e giustizia da parte dei familiari delle vittime ci sarebbe stata un’altra storia e sarebbe stata una cosa grave”. Daria Bonfietti, numero uno dell’associazione vittime strage di Ustica, ha invece aggiunto: “Quella di Ustica è una verità che deve essere completata con l’individuazione degli autori materiali della strage: chi nel cielo quella sera ha compiuto l’azione mortale”. Infine il pensiero di Virginio Merola, primo cittadino bolognese: “Adesso in questo 2020, chiediamo al nostro governo: aiuti questa comunità a identificare gli aerei attorno al dc9. È stato un atto di guerra in tempo di pace”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



USTICA, MATTARELLA: “RICERCA VERITÀ È FONDAMENTALE”

Oggi ricorre il 40esimo anniversario della strage di Ustica. Era il 27 giugno del 1980 quando il DC-9 IH870 della compagnia aerea Itavia, scomparve dai radar alle ore 20:59, mentre stava sorvolando i cieli fra Ponza e appunto Ustica, piccola isola siciliana. Una strage che causò la morte dei 77 passeggeri e dei 4 membri dell’equipaggio a bordo, nessun sopravvissuto. Una strage che a quattro decadi di distanza non è ancora stata chiarita fino in fondo, anche se la teoria più diffusa è che il velivolo fu abbattuto per errore, in un periodo in cui gli attentati terroristici erano all’ordine del giorno. Chiede domande e precisazioni il capo dello stato Sergio Mattarella, che oggi ha ricordato così quei tragici eventi: “La strage avvenuta nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 è impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare. Nella ricorrenza dei quarant’anni, sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle ottantuno vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, con una ferita profonda nella nostra comunità nazionale”.



USTICA, MATTARELLA: “QUADRO NON RICOMPOSTO”

Il presidente sottolinea come “Il quadro delle responsabilità e le circostanze che provocarono l’immane tragedia tuttora non risulta ancora ricomposto in modo pieno e unitario”, anche se molta strada è stata percorsa dopo che “reticenze e opacità erano state frapposte al bisogno di verità”, possibile anche grazie “alla determinazione e alla passione civile delle famiglie delle vittime e di quanti le hanno sostenute nelle istituzioni e nella società”. Ma ancora oggi, a 40 anni da quella tragedia, non deve “Cessare l’impegno a cercare quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica. Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l’impegno delle istituzioni e l’aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori. Il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica”. Proprio in questi minuti prende il via la commemorazione a Bologna, con il consueto incontro a Palazzo d’Accursio, a cui prenderanno parte, fra gli altri, anche il presidente della Camera, Fico, e Bonaccini, numero uno dell’Emilia Romagna.