Attorno alla questione dell’utero in affitto e delle madri surrogate si stanno sempre più concentrando le discussioni di stati e nazioni. In particolare, in America sembra che la pratica sia sempre più diffusa, all’interno di un sistema di mercato che non sembra, per ora, intenzionato a porre un freno, oppure un qualche tipo di limitazione legale. Si stima, racconta il quotidiano italiano Avvenire, che siano oltre 18mila i bambini nati da una madre surrogata in America, tra il 1999 e il 2013.



Oltre a questi 18mila bambini nati da un utero in affitto, per far capire la portata della questione, nel corso degli ultimi anni il numero sarebbe quadruplicato, raggiungendo la cifra di circa 5mila bambini all’anno. Non c’è, dunque, da stupirsi se attorno si è creato un vero e proprio business, estremamente florido e ricco, che ben presto ha racconto anche l’attenzione di parecchie star ed influencer conosciute in tutte il mondo. Per esempio, l’ultima ad aver utilizzato l’utero in affitto, è l’attrice Paris Hilton, mentre prima di lei era toccato anche il CEO di Tesla e Space-X, Elon Musk e l’attrice Sarah Jessica Parker.



Il business dell’utero in affitto

Attorno all’utero in affitto, insomma, si sarebbero piano piano raccolte prime le attenzioni della popolazione e dei governi, poi degli influencer ed, infine, ovviamente del mercato, che si è adattato e regolato di conseguenza. Ad oggi “acquistare” un figlio surrogato costa alla coppia dai 40 ai 60 mila dollari, mentre ad attuare concretamente la pratica, sono un numero sempre crescente di aziende, tra cui anche alcune “innovative” start-up che promettono risultati incredibili.

Le start-up dell’utero in affitto, in particolare, si starebbero concentrando attorno all’aspetto tecnologico, cercando di sviluppare il primo vero e proprio utero artificiale in cui far crescere il proprio figlio su misura. Vi sono poi anche numerosissime aziende intermediarie che mettono in contatto coppie e madri surrogate, basandosi su una serie di parametri definiti dall’acquirente, che scegli per esempio il colore dei capelli del nascituro, la presunta altezza e ovviamente il sesso. Come sempre avviene nel mercato, però, contro le aziende che operano l’utero in affitto si stanno anche accumulando sempre più cause e controversie, tra le quali ha fatto scalpore la coppia omosessuale di Pasadena, in California, che ha fatto causa alla madre surrogata per aver partorito una figlia, al posto del maschietto promesso.