UTERO IN AFFITTO, LA ‘MANOVRA‘ DEI BUROCRATI UE SUI CONGEDI PARENTALI
Da un lato il certificato di filiazione, dall’altro ora con il disegno di legge sui congedi parentali: l’Europa (in particolare modo alcuni settori della sua burocrazia nelle istituzioni Ue) punta sempre di più a sdoganare l’utero in affitto, pratica ad oggi vietata del tutto in 7 Paesi dell’Unione: Italia, Francia, Germania, Portogallo, Bulgaria, Malta e Spagna, dove di recente il Premier Sanchez ha allontanato ogni possibilità spiegando che la maternità surrogata «mina i diritti delle donne mercificandone i corpi». Ebbene, come denunciato in questi giorni dalla eurodeputata della Lega Simona Baldassarre (responsabile del dipartimento Famiglia del Carroccio, ndr) il sindacato interno alla Ue (la direzione generale del personale) spinge per riconoscere congedi parentali anche ai genitori surrogati /ovvero coppie gay o lesbiche che sono diventati genitori tramite la maternità surrogata.
Andando contro le decisioni politiche ufficiali tenute finora dal Parlamento sul tema dell’utero in affitto – «fenomeno globale che espone le donne allo sfruttamento e alla tratta di esseri umani» – i burocrati europei puntano settimana prossima in plenaria una revisione dei congedi parentali. Come riporta oggi “Libero Quotidiano” riportando stralci di questa bozza, «Questa decisione si applicherà a tutte le coppie dello stesso sesso o eterosessuali che usano la maternità surrogata per ragioni mediche e il congedo può essere condiviso tra i partner se entrambi fanno parte dello staff del personale. Si applicherà anche a genitori single». Responsabili di questo di segno di revisione sono in primo luogo il capo della Direzione Generale del Personale Ue, Kristian Knudsen, appoggiato però anche da Chiara Tamburini alla guida dell’unità “Uguaglianza, Inclusione e Diversità”.
BALDASSARRE (LEGA): “UTERO IN AFFITTO È FRUTTO PERVERSO DELLA TEORIA GENDER”
L’eventuale decisione di estendere i congedi parentali ai genitori anche con utero in affitto, conclude la Direzione Generale, sarebbe un «passo avanti nella considerazione delle nuove modalità di riproduzione, e aggiorna il parlamento Ue sul tema». Raggiunta da “Libero” è la stessa Baldassarre a denunciare l’ennesimo tentativo da Bruxelles di “imporre” l’utero in affitto come pratica riconosciuta laddove diversi Paesi ancora la ritengono invece una mera barbarie: «L’Europa non perde occasione per fare “lobbying” per l’utero in affitto. È l’ennesima prova che la burocrazia profonda spinge in questa direzione proseguendo il percorso della normalizzazione della pratica, fregandosene di cosa dicono i singoli Stati». La tendenza in Ue, continua Baldassarre, è la stessa già vista sulla bozza di regolamento sulla genitorialità transfrontaliera, in discussione in questi giorni in Commissione al Senato con favorevoli i partiti del Centrosinistra e contrari quelli del Governo, ma pendente ancora in Consiglio Ue.
«Dietro la scusa della libertà di circolazione potrebbe imporre all’Italia di accettare come genitore chi ha comprato un bimbo all’estero, dove esiste questo triste mercato fra le donne più fragili e indigenti, mentre il nostro governo chiede giustamente di riconoscere l’utero in affitto come reato universale». L’Europa va nella direzione opposta e per questo occorre vigilare, conclude l’eurodeputata della Lega a nome di tutto il Centrodestra italiano in Europa: «Dobbiamo vigilare per garantire che questa normativa, quando sarà licenziata, escluda le fattispecie considerate reato negli Stati membri, come omogenitorialità e maternità surrogata. C’è la tendenza a trattare la questione come semplice fatto amministrativo, autorizzando ciò che è contro legge in tanti Stati, è gravissimo. Che interessi ci sono in gioco?». Al netto della contrarietà di molte frange del femminismo italiano ed europeo, il tema dell’utero in affitto secondo Baldassarre è nient’altro che un frutto perverso «delle teorie gender. Oggi le vere femministe stanno a destra. Come si possono difendere le donne se non si riconosce la loro identità? I risultati sono questi», conclude a “Libero”. A riconferma dell’inquietante tendenza nel cercare di rendere sempre più “normale” una pratica come la maternità surrogata, sta facendo discutere in queste settimane il nuovo “Tinder” per l’utero in affitto: si chiama “Nodal” ed è un social di appuntamenti per mettere in contatto donne intenzionate a fornire il proprio corpo a pagamento per una gravidanza. Per tutti questi motivi, prosegue il percorso di FdI sul disegno di legge per introdurre il reato di utero in affitto all’estero: già vietato in Italia, il tema è proprio rendere la maternità surrogata impossibile anche per coloro che si recano all’estero per aggirare la regola italiana. La proposta è divisa in due ddl praticamente uguali depositati in entrambi i rami del Parlamento.