Utero in affitto e maternità surrogata, il filosofo Massimo Cacciari in un’intervista al quotidiano La Verità avverte sui rischi etici di tali pratiche che potrebbero presto trasformare ancora di più la figura della donna in una vera e propria “merce di scambio“, eliminando totalmente la dignità della persona. Il professore affronta l’argomento con riflessioni di tipo sociale, dicendo che la discussione sulla legge dell’introduzione di “reato universale” è la dimostrazione del cambiamento della nostra civiltà e del concetto di famigliaogni idea di famiglia tradizionale è saltata.



La disgregazione del concetto europeo e occidentale di famiglia va avanti da secoli, e oggi giunge alle sue logiche conclusioni“.  Per Cacciari, se da una parte potrebbe essere necessaria una regolamentazione dell’utero in affitto, per evitare la “fuga di massa” verso altri paesi nei quali potrebbe presto essere istituito un vero e proprio “mercato nero dei figli, come quello degli organi, dall’altra parte però “Non possiamo consentire che una persona sia costretta, per un motivo o per un altro, ad affittare il proprio corpo per procreare“.



Cacciari “Utero in affitto è mercato dei ricchi che sfruttano i deboli”

Massimo Cacciari si interroga nell’intervista a La Verità sulla necessità di punire o no la pratica della maternità surrogata e dell’utero in affitto, concludendo che tra i vari rischi di mercificazione del corpo delle donne e perdita della dignità e del significato profondo di famiglia, forse “il problema resterà irrisolvibile“. Perchè è veramente difficile stabilire la differenza tra consenso e sfruttamento ai fini economici, rischio infatti è che si crei un mercato dei più ricchi che sfruttano i più deboli, e aggiunge “Leggere di miliardari che pagano donne per partorire, è vomitevole“.



Cacciari è abbastanza critico anche sul tema LGBT, per il quale spesso a difesa di una libertà civile, si perdono di vista altre questioni più urgenti come ad esempio sta facendo adesso il Partito Democratico che “Si accontenta di parlare dei diritti omosessuali sorvolando sui problemi economici del paese“, e conclude “Le battaglie sul gender non devono diventare obbligo educativo, Semmai, è giusto essere informati, e abbracciare la storia e la cultura della nostra civiltà millenaria, che per molti anni è stata impostata su valori paternalistici-maschilisti.”