Si è svolto a Parigi lo scorso weekend (4-5 settembre) la fiera “Désir d’enfant”, ovvero il “salone” della procreazione assistita e dell’utero in affitto (Gpa, gestazione per altri): da anni come “Sussidiario” con testimonianze, interventi e appelli ci battiamo affinché si faccia molta attenzione a queste pratiche – per il momento vietate in Italia – come potenziali evoluzioni della cultura “dei diritti” che non sembra avere alcun freno.
Ecco che il caso parigino torna ad interessare anche i nostri confini, dato che la fiera sull’utero in affitto è prevista anche a Milano il prossimo 14-15 maggio 2022 . A scoprirlo “Avvenire” assieme alla Coalizione internazionale per l’abolizione della maternità surrogata (Ciams), riportato poi oggi anche da “Libero Quotidiano”: «Ho assistito a questo salone per testimoniare la commercializzazione della maternità surrogata sul suolo europeo. È una pratica che noi della Ciams consideriamo come un’ennesima forma di sfruttamento delle donne, contraria ai loro diritti, oltre che lesiva dei diritti dei bambini», spiega Carlotta Cappelletti, giurista e militante femminista, che ha visitato il salone sul potenziale “mercato” d’infanzia.
“SI PUÒ SCEGLIERE RAZZA E SESSO”
Ad oggi per un neonato “geneticamente sano” si possono spendere tra i 49mila e i 100mila euro e lo si scopre proprio alla fiera parigina organizzata da “esperti di fertilità”. L’invito hai i tratti dell’inquietante: «Medici, esperti in medicina dolce, cliniche, associazioni, etc, scoprirete le differenti opzioni di trattamento nel mondo, così come una vasta gamma di soluzioni naturali, mediche e personalizzate (…) per realizzare il vostro desiderio di fondare una famiglia». Ma c’è molto di più, come denuncia la giurista Olivia Sarton sulla rivista “Marianne”, «Ognuno può convenire con un commerciante straniero l’acquisto degli ovociti di una donna scelta attraverso un catalogo, di farli fecondare in un laboratorio con lo sperma di un cliente o di un venditore anch’egli selezionato, prima di impiantarli nell’utero di un’altra donna che metterà la sua salute e la sua vita in pericolo in attesa di un bambino che consegnerà alla nascita ai committenti in cambio di soldi. Quella che viene chiamata gestazione per conto terzi non è altro che uno sfruttamento moderno delle donne e una vendita di bambini». A Milano la tappa della fiera si chiamerà “Un sogno chiamato bebè”, dove poter eventualmente informarsi su dove nel mondo poter acquistare un bambino, distinto per sesso, età, razza etc..: insorge il Centrodestra italiano, in primis la parlamentare della Lega Simona Baldassarre, nel vedere la tappa milanese di questa fiera inquietante, «Non si dia spazio alle compravendite di bambini, né a Milano, né in un’altra città d’Italia». Resta da capire tanto in Francia quanto in Italia come sia possibile permettere una fiera del genere dal momento che la pratica dell’utero in affitto è (per fortuna) vietata.