Il tribunale dei minori di Trento ha emesso una sentenza in tempi strettissimi nei confronti di un bimbo di circa 4 anni nato attraverso la maternità surrogata all’estero, e cresciuto da una coppia di uomini del Trentino. A 4 mesi dalla presentazione dell’istanza, il collegio, come si legge sull’Huffington Post, ha garantito il ricorso alla “stepchild adoption” da parte del padre sociale di modo da tutelare il minore nel caso di scomparsa del padre biologico che è gravemente malato. La coppia omogenitoriale, che è riconosciuta nel certificato di nascita del bimbo in Canada ma non nel nostro Paese, si è rivolta al tribunale per via della malattia del padre biologico e vista l’impossibilità di iscrivere all’anagrafe un figlio da genitori dello stesso sesso.



Il padre biologico, ricorda ancora l’Huffington, è affetto da una grave patologia che lo obbliga a lunghi ricoveri in ospedale e che potrebbe anche portarlo alla morte, di conseguenza, tale possibile esito nefasto della malattia, assieme alla peculiare condizione del bimbo e della persona che se ne prende cura, sono stati gli elementi presi in considerazione dal collegio che doveva giudicare il caso, presieduto dal presidente del Tribunale, Giuseppe Spadaro.



PADRE BIOLOGICO MALATO, BIMBO AFFIDATO AL PADRE SOCIALE: L’OK DELLA PROCURA DEI MINORI

Il rischio era che il minore, nel caso in cui il padre biologico morisse durante l’iter di adozione (che solitamente richiede tempi molto lunghi), rimanesse in stato di abbandono. Come da legge italiana fino alla fine il padre sociale risulta essere totalmente un estraneo per il minore, e anche per questo il tribunale ha deciso in tempi brevi.

Con l’adozione “non si è trattato di riconoscere il diritto del genitore sociale, bensì di richiamarlo alle proprie responsabilità per aver voluto mettere in vita” il bambino, specifica il tribunale. Visto il caso molto complesso la Procura dei minori di Trento ha dato subito parere positivo, chiedendo comunque di non dare seguito alla richiesta di iscrizione all’anagrafe del secondo padre, non prevista dalla normativa.