Utero in affitto e maternità surrogata, per Anna Finocchiaro “produrre esseri umani per scambiarli sul mercato è una pratica abominevole”. La presidente di Italiadecide, che in passato è stata anche ministro delle Pari opportunità e dei Rapporti con il Parlamento, è intervenuta sul tema della surrogata in un’intervista per Il Foglio. In particolare, per Finocchiaro l’introduzione del reato universale è una “proposta tanto suggestiva quanto inutile”.



La contrarietà di Anna Finocchiaro alla pratica dell’utero in affitto “non si fonda solo sull’inaccettabilità dello sfruttamento del corpo di una donna, poiché non si può ignorare che esistano donne che, fuori da condizionamenti economici, sessisti o familiari, decidano liberamente di portare avanti una gravidanza per altri”. Bensì, “la mia ostilità si fonda sul fatto che assai più spesso la maternità surrogata è finalizzata alla produzione di corpi destinati allo scambio commerciale: bambini prodotti da madri surrogate, su commissione, per essere destinati al mercato dei richiedenti, che pagano per questo”. Mentre l’opinione della destra è compatta per quanto riguarda l’utero in affitto, “nella sinistra è in corso un dibattito aperto. La segretaria Schlein ha espresso la propria opinione personale sul tema ma altre e altri nel partito la pensano diversamente”. E ribadisce: “senza un confronto, non c’è una presa di posizione politica e questa battaglia non può essere oggetto di propaganda ed essere lasciata alla destra”.



Utero in affitto, Anna Finocchiaro chiede “condanna unanime contro questo mercato”

Anna Finocchiaro si dice contraria all’utero in affitto e tra le pagine de Il Foglio auspica “una condanna unanime contro il mercato costituito dalla produzione di esseri umani destinati allo scambio economico, perché mi pare questo il punto della questione”. Un mercato che a oggi “esiste in alcuni paesi, dall’Ucraina ad alcuni stati americani passando per la Grecia: ci saranno pure dei casi di donazione generosa, puramente altruistica, ma il più delle volte si tratta di uno scambio su commissione. Ci sono agenzie, avvocati, medici, assicuratori, pubblicitari… diciamo le cose come stanno”.



Anna Finocchiaro si domanda: “chi si è battuto contro ogni forma di schiavitù, contro il traffico di esseri umani, come può ritenere ammissibile che si producano esseri umani destinati al mercato?”. E guardando alla realtà di oggi, si pone anche un’ulteriore domanda: “in una società altamente innovativa, dove la tecnologia consente ogni giorno di superare traguardi un tempo giudicati inarrivabili, non è il caso di ripensarlo, e ritrovarlo, un nuovo senso del limite?”. Dove questo limite non rappresenta in alcun modo un freno alla scienza e alla ricerca, ma definisce i nuovi confini di un’umanità che sembra sempre più sbiadita.