L’Italia si appresta a rendere “reato universale” l’utero in affitto, e la decisione raccoglie sostegno dalle principali associazioni femministe mondiali. La proposta di legge è attesa in Aula il 19 giugno e renderà la maternità surrogata reato universale, dunque perseguibile anche se commesso all’estero da cittadini italiani. La coalizione Ciams, che raggruppa 40 sigle in 14 Paesi, nel suo comunicato dichiara di “sostenere il lavoro dei parlamentari italiani” in quanto l’utero in affitto “genera un mercato in piena espansione, che utilizza come materia prima le donne e tratta il bambino come una cosa di cui si può commerciare”.
Come riporta il quotidiano Avvenire, l’attivista statunitense Jennifer Lahl, fondatrice della campagna internazionale Stop Surrogacy Now, ha dichiarato che qualora la proposta di legge italiana dovesse passare “sarà un passo positivo verso l’abolizione di questo commercio globale di bambini e darà un esempio al mondo che le donne non si affittano e i bambini non si vendono”. Al supporto si aggiunge anche il network femminista australiano Resistenza alla ingegneria riproduttiva e genetica (Finrrage), per il quale “la surrogazione è una violazione dei diritti umani e uno sfruttamento della gestante, della donatrice di ovuli e del neonato che non ha mai chiesto di essere un bambino take-away. Essa viola la Convenzione dell’Onu sui diritti dei bambini e deve essere abolita a livello internazionale”. Sostegno anche dal Giappone dove Yoshie Yanagihara, a capo della Coalizione giapponese contro le pratiche di surrogazione, ha sottolineato che le donne asiatiche sono le più vulnerabili nonché le più richieste per la pratica dell’utero in affitto.
Legge contro utero in affitto, sostegno internazionale: “contro turismo procreativo”
Al fianco della proposta di legge italiana per rendere l’utero in affitto un “reato universale” si schierano anche Sylviane Agacinski, Gena Corea e Phyllis Chesler. L’attivista inglese Gary Powell ha dichiarato, come riferisce Avvenire, che l’eventuale approvazione della legge costituirebbe un “rinforzo alle nostre campagne contro il turismo procreativo”.
L’utero in affitto è una pratica attualmente permessa in 20 Paesi su 212. Anche dietro la cosiddetta pratica “solidale” possono celarsi esborsi di denaro, perciò quella contro la maternità surrogata sarà una lotta che andrà a intaccare diversi interessi economici.