L’appello della femminista contro l’utero in affitto

Sulle pagine del quotidiano La Verità Daniela Danna, esponente femminista, lesbica e sociologa dell’Università del Salento, ha pubblicato un appello contro l’utero in affitto. Parte rivendicando il suo piacere nel vedere le oltre 200 firme di femministe al documento che chiede un dialogo approfondito sulla gestazione per altri, “visto che sono anni che viene puntualmente negato” finché almeno non si deciderà di approvarlo definitivamente.



Sull’utero in affitto, infatti, ritiene che chi si manifesta contrario “come per altri punti del ‘pacchetto gender‘ si allontana o viene allontanata con le buone o le cattive dagli inclusivi ‘luoghi delle donne’. O forse degli asterischi”. Per parlare della gestazione per altri, però, preferisce usare l’epiteto “compravendita di neonati commissionati“, o anche Cnc, sottolineando che negli anni ’80 per le femministe altro non era che l’utero in affitto. Sostiene che non si tratti di altro, a conti fatti, che di “sfruttare le capacità riproduttive di una donna per sottrarle il figlio o figlia in cambio di denaro, ovviamente senza possibilità di ripensarci, perché il frutto del ventre non è suo”.



Danna: “Le donne diventano contenitori del seme altrui”

“Non so neanche bene cosa ci sia da discutere”, sostiene ancora Danna parlando dell’utero in affitto, “talmente è chiara la sopraffazione legale che introduce non solo sulle donne, trattate come contenitori di seme altrui, ma sui neonati di cui si calpesta il diritto umano alla continuità familiare, oltre che quello di non essere comprato o venduto”. Una circostanza, spiega, cui talvolta si contrappone l’idea che sia un gesto caritatevole e fatto a fin di bene.

Perché, si chiede la femminista sull’utero in affitto, “chi garantisce poi che le intenzioni siano buone?”. A differenza delle adozioni, in cui coppie “sfortunate” possono avere comunque un figlio muovendosi nei limiti della legge, “qui paghi e pretendi” ed anche davanti ad una legge forte e decisa, “se le limitazioni non soddisfano l’acquirente, l’opzione estero rimane sempre aperta”. L’esito dell’introduzione di una legge a favore dell’utero in affitto, inoltre, secondo Danna, potrebbe anche finire per incentivare “il turismo procreativo, con noi come destinazione al posto della Grecia o dell’Ucraina“.