La musica scuola ha in questi anni troppa poca importanza, a prescindere dagli indirizzi e dai gradi di studio: è di questa idea il maestro Uto Ughi, che, in occasione della presentazione del programma di concerti che si terranno a Siena, ha voluto affrontare il tema. Non è la prima volta che, da parte sua, manifesta malcontento circa un sistema scolastico, quello italiano, che, in un qualche modo, sembra essere disinteressato all’insegnamento della materia a lui più cara.



“Suggerisco al ministro Sangiuliano di mettere la musica tra le materie di insegnamento serie da adottare nelle scuole. È sempre stata considerata un accessorio”, aveva denunciato già qualche settimana fa. Adesso, come riporta il portale di informazione scolastica ‘Orizzonte Scuola’, è nuovamente tornato a parlare di “lacune spaventose”, conseguenti a una grave carenza di istruzione musicale da parte dei giovani nelle scuole. Sarebbe piuttosto fondamentale dare alle nuove generazioni una cultura approfondita su quello che è il ricchissimo settore.



L’insegnamento della musica non va più considerato un accessorio secondo Uto Ughi

La musica è già presente tra le materie d’insegnamento a scuola ed è previsto anche un giudizio sulla pagella, ma troppo spesso ha un ruolo marginale. Cambiando il sistema, come richiesto in un appello dal maestro Uto Ughi, sarebbe possibile invertire la rotta e dare un contributo importante ai più giovani. “È necessario dare alle nuove generazioni la possibilità di conoscere il patrimonio artistico musicale italiano: come accade per tutta le forme artistiche, anche ascoltando i grandi autori a scuola si dà un’impronta di gusto, eleganza e sensibilità indelebile per la propria vita”, ha affermato.



Uto Ughi in tal senso ha anche affrontato il tema della competenza. In Italia infatti sono tanti gli esperti in materie musicali, ma poco supportati, ed evidentemente poco richiesti in ambito scolastico. Nelle sue intenzioni dunque l’insegnamento della musica a scuola andrebbe intensificato e attribuito a docenti opportunamente formati, perché, come ha sottolineato, “la musica è un’arma a doppio taglio, se insegnata bene è formativa, se insegnata male è invece distruttiva”.