Uto Ughi: “La musica è una via per la pace”

Uto Ughi, come una buona parte dei suoi colleghi musicisti, è anche una figura importante nella vita civile della popolazione e si è più volte impegnato e battuto in prima linea per stimolare l’opinione pubblica sulle tematiche più importanti. E l’ha sempre fatto tramite quella che lui stesso ritiene una della “armi” più potenti, la sua, la musica. In una recente intervista rilasciata a Famiglia Cristiana ha parlato proprio di questo, ribadendo come la musica sia una via utile per stimolare l’ascolto collettivo e il dialogo tra persone, talvolta, molto distanti.



Per farlo Uto Ughi ricorda l’esperienza di José Antonio Abreu che, in Venezuela, ha stilato un modello didattico basato proprio sulla musica. Oppure anche Daniel Barenboim che “ha affiancato sullo stesso leggio palestinesi e israeliani, giovani che poco prima si sparavano addosso”. E sono proprio le esperienze come queste che “devono ispirarci”, perché “la musica insegna il buon gusto, permette l’ascolto reciproco, il dialogo, la complicità, è una via per la pace”. La musica per Ughi, insomma, è unione e scambio, e lui l’ha sempre espressa con il suo fedele violino, “lo strumento più vicino alla voce umana, [che] è il più bello degli strumenti”.



Uto Ughi: “L’alfabetizzazione musicale? È necessaria”

L’intervista rilasciata da Uto Ughi a Famiglia Cristiana tocca poi un tema importante che è emerso recentemente, ma che è passato forse un pochino in sordina. Il Parlamento, infatti, avrebbe deciso di reistituire alcune orchestre regionali, che per il Maestro “sono fondamentali (..), sia per incentivare la cultura musicale, sia per dare lavoro e futuro ai ragazzi che studiano musica”. E nel paese la cultura e l’istruzione alla musica sono da sempre un grosso difetto, “una lacuna che la nostra nazione si trascina da decenni”, mentre per Ughi “l’alfabetizzazione musicale è necessaria”.



Uto Ughi nella sua intervista, a tal proposito, ricorda il critico letterario Francesco De Sanctis che “considerava la musica un’arte da educande”, ma che in realtà per il Maestro è “un’espressione divina, la manifestazione del Divino”, che permette di trascendere verso la purezza, anelando al divino. Ed è da questa concezione che risulta “prioritario per i giovani ascoltare la musica come base della loro educazione”. Per questa ragione Uto Ughi in passato ha organizzato il Festival nelle scuole, “per portare ai ragazzi la musica”, esperienza che spera di ripetere altre volte, per spiegare ai giovani “il significato di alcune composizioni”.