Ultime previsioni per questo scampolo di 2022 e inizio 2023, tutte più che positive. Secondo Assoturismo Confesercenti, il turismo italiano sta accelerando. Tra Natale e l’Epifania si attendono 13,8 milioni di presenze nelle strutture ricettive ufficiali, +8,1% rispetto al 2021, una crescita spinta dall’incremento delle presenze estere (+19,5%), che in alcune città d’arte sono tornate ai livelli del 2019. La domanda italiana resta predominante, il 62,3% del totale, con una crescita del +2,2% rispetto allo scorso anno. Ma l’incremento più alto è quello dei visitatori stranieri, oltre 5,2 milioni di presenze: soprattutto tedeschi e francesi, ma anche svizzeri, britannici, olandesi e belgi.



Tra i mercati extraeuropei, invece, gli aumenti più significativi sono del mercato statunitense, soprattutto nelle città d’arte. Qualche primo segnale di ripresa anche per i mercati di Canada, Brasile e Cina. Le città e i centri d’arte dovrebbero registrare un incremento del +11%, mentre per le località di montagna la stima di aumento è del +8,4%. Buone aspettative anche per le località di collina-campagna e dei laghi (rispettivamente +7,2% e +6,2%). Aumenti più contenuti, ma comunque rilevanti, per località termali (+5,3%), marine (+5%). In generale, la tendenza risulta leggermente migliore per le strutture extralberghiere (+9,1%) che per le alberghiere (+7,7%).



Dall’indagine Assoturismo emerge un andamento abbastanza uniforme tra le diverse aree del Paese: imprese del centro +9,1%, nord ovest +8,2%, nord est +7,9%, sud e isole +6,7%. Al nord la quota della domanda estera è tra il 40% e il 42%, al centro 33%, al sud e isole 19%. “Sono previsioni positive, che fanno sperare che la ripresa prosegua anche nel 2023 – dice Vittorio Messina, presidente Assoturismo Confesercenti -. Il turismo si conferma tra i comparti più capaci di cogliere le occasioni di ripartenza, nonostante la fase difficile a livello nazionale e internazionale. Per accelerare la ripresa, però, bisogna risolvere nuove e vecchie criticità, dal caro-energia alla destagionalizzazione, così come promozione e infrastrutture: le regioni del Sud e delle Isole sono considerate ancora, soprattutto agli occhi della domanda estera, destinazioni principalmente balneari, nonostante la ricchezza culturali del territorio”.



Buone le aspettative anche per l’Osservatorio Astoi Confindustria Viaggi, che rappresenta oltre il 90% del mercato del tour operating italiano, un settore che sta ritrovando consensi, andando incontro ai bisogni dei viaggiatori, oggi più attenti alle tutele, all’assistenza nelle fasi pre, durante e post viaggio e alle assicurazioni integrative. Le prenotazioni dei viaggi organizzati per le partenze di Natale, Capodanno ed Epifania si avvicinano ai numeri del 2019: – 4% di fatturato globale a fronte di un calo del 12% di passeggeri. La discrepanza tra fatturato e passeggeri va letta nel contesto inflattivo che sta interessando tutti i fattori produttivi e quindi anche quelli turistici. Il caro prezzi, la minor disponibilità di voli per alcune mete, la chiusura di alcune destinazioni come Cina e Russia e un sentiment di incertezza generale rallentano ancora il pareggio dei volumi del 2019.

Diverso l’atteggiamento verso la coda dell’inverno; mentre per il periodo delle festività di fine anno tutto è stato bloccato con anticipo, per la restante parte dell’inverno gli italiani si mostrano più prudenti e attendono prima di confermare le prenotazioni. Il potere d’acquisto è variabile – sostiene Astoi – e si assiste a un’evidente polarizzazione; la fascia alto spendente non risente dell’inflazione che, all’opposto, penalizza maggiormente la fascia media e induce i consumatori a modificare alcuni comportamenti. La domanda dei clienti risulta più ponderata; vengono preferite vacanze più brevi (media 8 giorni), servizi alberghieri meno costosi e sono favorite le mete di medio raggio rispetto a quelle di lungo. La spesa media per persona per le festività di fine anno è sopra i 1.800 euro considerando l’alta incidenza del lungo raggio e il peso delle partenze in altissima stagione.

“La voglia di viaggiare è ancora molto forte – commenta Pier Ezhaya, presidente Astoi -: le vacanze di fine anno confermano che i volumi sono tornati in un alveo di normalità sebbene non ancora pienamente allineati ai valori del 2019. L’inflazione e il caro prezzi non allontanano i viaggiatori, ma in alcuni casi spingono a modificare alcuni comportamenti. I clienti prediligono come mete le Maldive, l’Egitto, con il ritorno di viaggi come le crociere sul Nilo, e il Mar Rosso, oltre agli Stati Uniti, l’East Africa e la Thailandia. Siamo ottimisti nei confronti della nuova stagione; il sentiment è di essersi lasciati alle spalle le conseguenze della pandemia e di voler mettere in campo tutta l’energia, le novità, la professionalità e le garanzie per attrarre il consumer verso il modello del turismo organizzato”.

Secondo l’osservatorio Astoi, tra il pubblico 35-60 anni, le mete più ambite a lungo raggio sono Maldive, Stati Uniti (soprattutto New York e Miami) e Thailandia. Nei Caraibi la preferenza va alla Repubblica Dominicana, nell’East Africa a Kenya e Zanzibar; soffrono invece America Latina, Cuba, Messico e Australia. La fascia di pubblico con capacità di spesa media premia l’Egitto. Il segmento crociere chiude il 2022 in modo più favorevole rispetto alle previsioni. I Caraibi restano una delle mete più richieste della stagione invernale e si registra un’importante tendenza di crescita verso gli Emirati Arabi. Si avvicinano alla vacanza in crociera anche giovani e persone alla prima esperienza a bordo. Con l’early booking beneficerà sicuramente il Mediterraneo, nella programmazione 2023.

L’Europa registra il rinnovato interesse dei viaggiatori culturali, con preferenze per le principali capitali e le grandi città; si segnala un’alta richiesta di soggiorni e itinerari anche in Turchia. In ambito nazionale, la montagna vive una grande stagione: nonostante in questo segmento il caro energia si faccia particolarmente sentire, il gradimento è sempre molto alto. Anche qui si registra un cambio di atteggiamento da parte dei consumatori: mentre in precedenza il movente dominante era sciare, oggi si ricercano anche altre esperienze che completano la vacanza sciistica, tra queste il benessere e l’enogastronomia.

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