“Ovviamente nessuno ha un quadro esatto della situazione che ci troveremo ad affrontare nei prossimi mesi, nessuno può dire oggi come saranno i contagi a dicembre, o se arriveranno altre misure restrittive. Ma certamente qualcuno, il Governo, dovrebbe fornire garanzie a chi sta per affrontare al buio investimenti ingenti: la certezza che, se la stagione dovesse essere interrotta da motivi sanitari, come è successo lo scorso marzo, si potrà far conto su ristori adeguati”. Lo sostiene Valeria Ghezzi, da trent’anni anima di Funivie Seggiovie San Martino spa, la società che gestisce gli impianti sciistici della Tognola a San Martino di Castrozza, nonché presidente dell’Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari). Valeria Ghezzi nel “tempo libero” gestisce anche l’hotel di famiglia a Milano. Mentre l’altro albergo di proprietà, il Majestic Dolomiti di San Martino di Castrozza, l’ha affidato alla gestione del gruppo TH Resorts.
Di che investimenti parla?
Noi tra tre settimane dovremo iniziare a “fare neve”, un lavoro costoso che però bisogna affrontare per dare il via alla stagione. Si capisce bene che spendere così tanti soldi senza alcuna rassicurazione su eventuali risarcimenti in caso di chiusure forzate non è entusiasmante… Tra l’altro, va anche detto che al contrario di alberghi o ristoranti noi impiantisti finora non abbiamo ricevuto un euro dallo Stato, quasi non esistessimo o non contassimo nulla.
Invece il vostro è un settore che produce quanto, esattamente?
Circa 10 miliardi di euro, tra attività a monte e a valle, cioè tra impianti ma anche servizi di accoglienza e ristoro, imprese addette agli innevamenti, aziende di produzione degli impianti stessi o dei battipista, un patrimonio tutto italiano che esporta in tutta Europa. Un Pil che non sarà colossale, ma che se rapportato alla popolazione dei monti è incredibilmente più alto di quello di qualsiasi triangolo industriale.
Immagino vi siate mossi per avere qualche risposta da Roma.
Certamente, già da tempo e a tutti i livelli. Abbiamo avuto incontri con la Conferenza delle Regioni, con la Conferenza Stato-Regioni, con membri del Governo. Ma finora non sono arrivate risposte. A tutti abbiamo anche sottoposto il protocollo elaborato con Uni, l’ente italiano di normazione, che proprio in questi giorni dovrebbe essere esaminato anche dal Comitato tecnico scientifico.
Cosa prevede?
Ovviamente le mascherine, i gel igienizzanti, i distanziamenti. E la possibilità di tornare alla capienza massima negli impianti (la scorsa estate abbiamo applicato la riduzione di un terzo dei posti disponibili), a fronte di una maggiore velocità di trasporto dei medesimi, e quindi di una frequenza superiore al solito, per cancellare la possibilità di code o assembramenti alle partenze, che invece in alcuni casi avevamo registrato ad agosto. Va detto che la durata massima di questi trasporti non supera mai i 13-15 minuti, quindi con rischi assolutamente ridotti. Il protocollo Uni da garanzie di sicurezza: quello già adottato dalla Regione Valle d’Aosta lo ricalca da vicino.
Dopo il bilancio sostanzialmente positivo del mese di agosto, settembre com’è andato?
Direi che agosto e le prime due settimane di settembre sono andate come nel 2019, cioè bene. Per il resto… La realtà è che viviamo nell’incertezza, cercando di capire il destino della prossima stagione, che rimane una grossa incognita.
Vista la situazione italiana sul fronte contagi, migliore di quella dei Paesi contermini, è possibile prevedere qualche arrivo dall’estero?
Probabilmente sì, se non fosse che per attirare gli stranieri bisognerebbe poter contare su regole certe e uguali su tutti i territori, che invece ancora mancano. In Austria, al contrario, la Cancelleria ha già varato le sue, che tra l’altro prevedono un drastico annullamento di qualsiasi attività extra-sci, ovvero gli assembramenti nei pub o nelle discoteche. Bisognerà accontentarsi di una cioccolata calda in hotel…
In ogni caso, siete decisi a riaprire tutti gli impianti o ne sacrificherete qualcuno?
Noi vogliamo, dobbiamo aprire tutto, anche perché oggi le piste non sono praticamente mai isolate, ma inserite sempre in caroselli: impensabile chiuderne una e lasciare aperte le altre. È anche per questo che insistiamo per avere regole uniche, valide per tutti, e possibilmente non un’ora prima della riapertura…
(Alberto Beggiolini)