Più della metà dei bambini e degli adolescenti, in Italia, non può fare una vacanza di almeno quattro giorni lontano da casa e oltre 3 ragazzi su 5 tra i 15 e i 17 anni di età  non possono permettersi, per motivi economici, periodi ricreativi e di svago neanche più brevi. Questa la denuncia di Save the Children – l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro – che attesta, nel nostro Paese, un incremento negli ultimi anni delle disparità economiche che impediscono ai minori di usufruire di opportunità ludiche, ricreative e formative durante l’estate, quando in molti casi sono costretti a rimanere in città.



Un così alto numero di bambini e adolescenti che anche quest’anno non potranno trascorrere le vacanze estive per un breve periodo lontano da casa dimostra, ancora una volta, la forte correlazione che c’è tra le deprivazioni di carattere economico – che oggi in Italia riguardano più di 1,2 milioni di minori in povertà assoluta – e la perdita, per i ragazzi, di opportunità educative necessarie per il loro futuro.



Il tempo estivo dei bambini e dei ragazzi è un tempo fondamentale per la loro crescita e deve essere un tempo ricco di scoperte e di esperienze. Ề dunque quanto mai importante che le città si attrezzino per offrire ai ragazzi luoghi e spazi adeguati dove svolgere gratuitamente attività ricreative, sportive e culturali che altrimenti resterebbero loro precluse. I minori in povertà vivono in abitazioni sovraffollate, non adatte allo studio e sono costretti a rinunciare ad attività sportive, ricreative, artistiche e culturali; a questo si aggiungono difficoltà ad acquistare materiale scolastico, quali libri o strumenti tecnologici per lo studio a casa, inasprendo anche il rischio di povertà educativa digitale. Si deve investire sulla comunità: è la comunità che insieme deve trovare le soluzioni. E qui c’è tutto il tema della partecipazione, dell’informazione, della formazione e la crescita di alcune consapevolezze.  Tornare a investire nella comunità per saper leggere non soltanto le povertà, ma anche le risorse. Investire nella comunità per avviare processi nuovi. Credo che dovremmo uscire tutti dalla logica del progettificio. Dovremmo un po’ uscire dalla logica dell’ansia dei risultati e del voler produrre.



Open polis calcola che per molte persone l’arrivo di agosto significa il vero inizio delle vacanze estive. Con la possibilità di trascorrere alcuni giorni lontano da casa, dal lavoro, dalla scuola. Questa prerogativa però per molte famiglie non è affatto scontata. Nel 2024 il 35,9% dei nuclei ha dichiarato di non potersi permettere una settimana di ferie lontano da casa. In presenza di uno o due figli minori, la quota si attesta attorno al 30%; con almeno 3 figli sale fino al 45,7%. Abbiamo calcolato con un’ indagine su un campione di alcuni adolescenti che il 31% non va in vacanza perché i genitori non possono permetterselo; per il 18% la famiglia ha difficoltà per l’acquisto di beni alimentari, vestiti, o per il pagamento delle bollette; il 16 % rinuncia a fare sport perché troppo costoso; il 15% non esce con gli amici perché non ha soldi per il regalo, o per andare al cinema, o per mangiare; il 12% non può comprarsi scarpe nuove anche se ne ha bisogno; l’8% ha freddo perché non c’è il riscaldamento a casa, il 6% ha il frigo vuoto perché i genitori non hanno soldi per fare la spesa.

Ritengo  necessaria la definizione di un percorso di investimenti per l’infanzia e l’adolescenza, all’interno di un piano organico di contrasto alle disuguaglianze e alla povertà minorile attraverso il Fondo sociale europeo non ancora utilizzato dopo due anni di avvenuti stanziamenti. Gli investimenti dovrebbero concentrarsi in particolare sulla definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni (i cosiddetti Lep), sull’istituzione di un Fondo nazionale per il sostegno alle aspirazioni di bambini, bambine e adolescenti, con l’obiettivo di assicurare una “dote educativa” per la fruizione di prestazioni e servizi di natura culturale, sportiva, ludico-ricreativa e di promozione della persona e sull’estensione per tutti i nuclei familiari con minori tra 0 e 3 anni (la fascia di età più colpita dalla povertà) dell’incremento dell’Assegno unico e universale nella misura del 50% (oggi previsto solo per i nuclei familiari con minori nel primo anno di vita o fino a 3 anni solo per le famiglie numerose), a prescindere dalla soglia Isee e dal numero di figli presenti nel nucleo familiare.

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