Il periodo di altissima stagione per la montagna, quello che va da Natale all’Epifania, sta terminando con un paio di giorni supplementari, questo weekend. E nonostante le incertezze, le psicosi, le paure, le limitazioni, gli obblighi imposti dalla campagna anti-Covid, per il gruppo TH Resorts (leader nel segmento montagna-leisure) il bilancio è positivo, anzi, viste le premesse, più che positivo, quasi ai livelli pre-pandemici del 2019. “Nelle nostre strutture, dalla Val d’Aosta al Trentino, abbiamo registrato affluenze importanti, a tratti anche il tutto esaurito”, dice orgoglioso Graziano Debellini, co-founder e Presidente del gruppo oggi partecipato da Cassa depositi e prestiti e ISA di Trento.



Com’è possibile, Presidente, viste le difficoltà denunciate da moltissimi operatori e dalla maggioranza delle destinazioni-neve?

Non nego che per raggiungere questi risultati si sia dovuto faticare non poco, ben più di quanto fosse necessario pre-Covid. Oggi le rendite di posizione, di repeaters, di abitudini, sono state ridimensionate, surrogate dalle nuove esigenze di sicurezza dei clienti, di rigorosa applicazione dei protocolli sanitari, di serietà di chi propone qualità nell’ospitalità. Credo che nei nostri resort tutto questo sia evidente e abbia fatto la differenza.



Un modello di comportamento aziendale, di best practice, che ha implicato energie e risorse supplementari?

Nella nostra decina di strutture di montagna (siamo presenti a Corvara, Sestriere, Madonna di Campiglio, Courmayeur, Pila, Marilleva, Passo san Pellegrino e La Thuile), stiamo impiegando parecchie centinaia di collaboratori. In tutti abbiamo riscontrato un grande senso di responsabilità, con una grande sensibilità alla campagna vaccinale e oramai un’abitudine a lavorare con tutti i dispositivi di protezione. Abbiamo affinato le nostre procedure interne per la gestione delle crisi, inflessibili in fatto di screening, isolamenti, quarantene e best pratices per arginare l’epidemia, avvalendoci anche di una presenza costante di medici all’interno delle nostre strutture. Non sono mancati i casi positivi, ovviamente, anche se di fatto sempre con pochissimi sintomi. Confortante anche il fatto che la quasi totalità si è negativizzata al primo tampone di uscita. Ogni isolamento ha implicato una sostituzione, con evidenti difficoltà, specie in questi tempi in cui già normalmente si fatica a reperire il personale necessario. Il tutto ha comportato costi aggiuntivi e un superlavoro, per tutto il nostro management di sede, ma soprattutto per i nostri direttori di resort e per tutti i dipendenti e i collaboratori. È stata dura, insomma, ma ce l’abbiamo fatta.



Si possono trarre conclusioni dalla vostra esperienza della stagione?

Direi una sola, omnicomprensiva: si può fare. Per chi ama la neve e gli sport invernali una vacanza è non solo possibile, ma davvero affrontabile con tranquillità, grazie ai vaccini, al Green pass, ai distanziamenti e via dicendo. E per gli operatori dell’ospitalità, dagli impiantisti agli albergatori, il rispetto delle regole e dei protocolli stabiliti garantisce di lavorare certamente con maggiore impegno, ma anche con fiducia e serenità.

Da oggi in avanti, presidente, TH cosa prevede?

Beh, per la vacanza/montagna il fattore decisivo è il clima, e cioè la neve, le temperature. Qui ovviamente non possiamo intervenire, anche se i moderni sistemi di neve programmata garantiscono ovunque piste aperte, si spera il più a lungo possibile. Da adesso in poi è la stagione delle settimane bianche, anche se ormai non si può più far conto con prenotazioni anzitempo: bisogna invece essere pronti a soddisfare richieste last minute, con un’elasticità un tempo non necessaria. Anche su questo punto si misura però la volontà di essere competitivi, di credere nel proprio progetto d’impresa. Bisogna essere disposti a dimenticare le vecchie, comode certezze, e rimboccarsi le maniche per assumersi nuovi rischi ma anche raggiungere nuovi traguardi. Covid o non Covid. 

(Alberto Beggiolini)

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