Chi è vaccinato contro il Covid ha un tasso di mortalità più basso anche contro altre malattie. Ad affermarlo è uno studio Usa condotto su 6,4 milioni di persone che hanno completato il ciclo vaccinale con Pfizer, Moderna e il monodose di Johnson & Johnson. In un rapporto sul controllo e la prevenzione delle malattie il CDC americano (Centers for disease control and prevention) ha reso noti i risultati del lavoro da cui si evince che tutti i vaccinati contro il Covid hanno meno probabilità di morire per qualsiasi malattia o causa metabolica, anche non legata al coronavirus. Invece senza vaccino la probabilità di morte, con o senza coronavirus, è di 11 volte superiore. Si tratta di uno studio di coorte che ha preso in considerazione vaccinazioni e decessi per motivi di salute che sono avvenuti tra 14 dicembre 2020 e 31 luglio 2021. Le persone vaccinate con Pfizer hanno evidenziato un rischio relativo di morte del 34%, che scende al 31% per chi ha ricevuto Moderna e sale al 54% per chi ha optato per il monodose Janssen.



Le percentuali sono state standardizzate e paragonate con i tassi di mortalità di 4,6 milioni di persone che negli ultimi due anni hanno ricevuto un vaccino contro l’influenza. Ma non per tutte le fasce d’età il confronto è stato migliorativo. Fanno eccezione i giovani, per i quali non sono emerse differenze significative, nello specifico per gli adolescenti tra 12 e 17 anni, rispetto ai non vaccinati. Per quanto riguarda le differenze di sesso, “uomini e donne hanno mostrato rischi relativi comparabili per tipo e dose di vaccino”, stesso discorso per tutti i gruppi etnici, ma sempre con mortalità inferiori rispetto alle loro controparti non vaccinate.



CDC: NUOVA PROVA SU SICUREZZA VACCINI

Per quanto riguarda le differenze tra i tassi di mortalità emerse per i destinatari del vaccino di Johnson & Johnson con quelli Pfizer e Moderna, ciò “potrebbe essere dovuto a differenze nei fattori di rischio, come lo stato di salute precedente” o le differenze di anamnesi che hanno spinto il medico vaccinatore a optare per quello al posto degli altri due. Invece AstraZeneca non è stato preso in considerazione in questo studio perché negli Stati Uniti non è stato somministrato. Ma cosa ci dice questo studio? Per i ricercatori “si aggiunge alle crescenti prove di altri studi che dimostrano che i vaccini sono efficaci contro l’infezione, le malattie gravi e la morte”. Quindi, i risultati di questo lavoro rafforzano il profilo di sicurezza dei vaccini.



Infatti, Stanley Xu, ricercatore del Kaiser Permanente Southern California di Pasadena che ha guidato il team dello studio, ha spiegato anche che “parte di ciò è probabilmente dovuto al fatto che le persone che vengono vaccinate tendono ad essere più sane di quelle che non lo fanno”. Per quanto riguarda i vaccini Covid, “hanno dimostrato più volte di essere sicuri. Questo studio lo conferma ancora una volta, anche in termini di mortalità assoluta”.