Coloro che sono stati vaccinati contro il virus SARS-CoV-2 con un intervallo di tempo più lungo fra la prima e la seconda dose del siero anti-Covid godono di un’immunità più robusta rispetto a quella di chiunque altro. Lo rivela uno studio condotto dai ricercatori Victoria Hall, Victor Ferreira, Matthew Ierullo, Terrance Ku, Beata Majchrzak-Kita, Vathany Kulasingam, Atul Humar e Deepali Kumar, dell’University Health Network e pubblicato sul portale “Research Square”. In particolare, si tratta di un lavoro prospettico osservazionale fra gli operatori sanitari reclutati presso una rete ospedaliera terziaria, affiliata all’Università di Toronto (Canada) e che sono risultati idonei a ricevere le due dosi programmate del vaccino Pfizer/BioNTech.



I potenziali partecipanti sono stati reclutati via e-mail e coloro che hanno completato la serie di due dosi di vaccino tra il 4 gennaio 2021 e il 13 giugno 2021 sono stati inclusi e monitorati per almeno 6 settimane dopo la seconda dose. Per contro, sono stati esclusi gli operatori che avevano precedentemente contratto l’infezione da Covid-19 o se presentavano una condizione immunosoppressiva.



VACCINATI COVID PIÙ PROTETTI SE LA SECONDA DOSE È STATA FATTA PIÙ TARDI: I RISULTATI DELLO STUDIO

Il comitato etico istituzionale locale per la ricerca ha approvato lo studio e tutti i partecipanti hanno fornito il loro consenso scritto. Sono stati osservati due gruppi di studio: coloro che hanno ricevuto due dosi nell’arco temporale di 3-6 settimane) e quelli che hanno ricevuto due dosi a un intervallo ritardato e superiore alle otto settimane. Tutti i partecipanti hanno fornito campioni di sangue prima della vaccinazione e 4-6 settimane dopo la seconda dose di vaccino.

Nel gruppo con intervallo ritardato, un ulteriore campione di sangue è stato ottenuto 4 settimane dopo la prima dose. Proprio tra i componenti di questo novero, “i titoli anticorpali anti-RBD erano significativamente aumentati rispetto al gruppo con intervallo standard. Le risposte anticorpali neutralizzanti erano eccellenti e comparabili in entrambi i gruppi. Una leggera diminuzione delle cellule T CD4+ polifunzionali Spike-specifiche che esprimono interferone-γ e IL-2 e delle cellule T CD4+ monofunzionali è stata rilevata nel gruppo in ritardo. Entrambe le risposte polifunzionali e monofunzionali delle cellule T CD8+ erano comparabili”. Ergo, i dati suggeriscono che la strategia della seconda dose ritardata di vaccinazione mRNA non è eccessivamente dannosa e, in particolare, può condurre a una risposta immunitaria migliorata.