Un nuovo studio, proveniente dal Brasile e pubblicato sulla rivista scientifica The Lancet, prova a far luce sull’efficacia della vaccinazione eterologa contro il Covid-19. In tanti, in Italia e anche all’estero, sono stati “forzati” a vaccinarsi con farmaci diversi: c’è chi ha iniziato con AstraZeneca per proseguire con Pfizer e Moderna, chi ancora dopo una doppia dose Pfizer ha ricevuto Moderna come booster. Situazioni che non hanno di certo lasciato contenti alcuni pazienti che però oggi, dopo il report pubblicato dallo studio, possono tirare un sospiro di sollievo.
Nel tentativo di capire quale delle due vaccinazioni fosse la migliore in termini di efficacia, copertura e soprattutto risposta contro le varianti, un team di scienziati ha portato a termine un grosso studio in Brasile che ha riguardato oltre 1.200 pazienti tra i 18 anni ai 60, con alcuni over che sono stati testati anche per capire la risposta immunitaria in pazienti a rischio. Dai risultati è emerso che con la vaccinazione eterologa si sarebbe coperti anche per le varianti, con dati che lasciano ben sperare nelle dosi booster per arginare nuovi contagi.
VACCINAZIONE ETEROLOGA VS OMOLOGA, I DATI
Lo studio pubblicato sul The Lancet, rinomata rivista scientifica, è stato condotto su pazienti adulti tra le città di San Paolo e Salvador che avevano ricevuto due dosi di CoronaVac, il farmaco Sinovac che è stato approvato in Brasile nei mesi scorsi. La doppia dose, avvenuta 6 mesi prima, aveva lasciato dei residui di anticorpi nel pazienti, ma in un numero nettamente inferiore rispetto ai primi giorni dalla vaccinazione. I pazienti testati sono stati dunque sottoposti sia a vaccinazione omologa, con lo stesso farmaco, sia con eterologa con i vaccini Janssen, Pfizer e AstraZeneca.
I risultati, numeri alla mano, hanno fornito un quadro chiaro. A ventotto giorni dalla vaccinazione tutti i regimi eterologhi hanno avuto risposte IgG anti-spike superiori alle risposte omologhe di richiamo. Tutti i regimi di boost eterologhi hanno indotto alte concentrazioni di anticorpi neutralizzanti lo pseudovirus. Al giorno 28, tutti i gruppi ad eccezione del boost omologo negli anziani hanno raggiunto il 100% di sieropositività. Su The Lancet si legge che si sono verificati cinque eventi avversi gravi, tre dei quali sono stati considerati possibilmente correlati al vaccino ricevuto (uno Janssen e due AstraZeneca), ma tutti i partecipanti si sono ripresi e sono stati dimessi in salute. I risultati suggeriscono dunque che il potenziamento eterologo ha prodotto risposte immunitarie più solide rispetto al potenziamento omologo e potrebbe migliorare la protezione.