I buoni risultati della campagna di vaccinazione non eliminano tutte le paure relative soprattutto al diffondersi delle varianti. Tanto è vero che il Cts ha già dato predisposizioni per il ritorno a scuola, il prossimo settembre, esattamente con le stesse misure di quest’anno: mascherine e distanziamento. In questo quadro si situa la preoccupazione per la vaccinazione dei minori, che in Italia ancora non è stata oggetto di una presa di posizione ufficiale da parte delle autorità sanitarie, mentre in Germania la massima autorità sanitaria, il Koch Institute, ha pubblicato un rapporto in cui sconsiglia la vaccinazione ai bambini sani fino ai 17 anni di età. I motivi sono molteplici, dettati innanzitutto dalla paura di eventuali conseguenze mediche. Secondo Alberto Olivetipresidente Enpam (Ente nazionale di Previdenza ed Assistenza Medici), “in Germania devono fare i conti con un forte movimento no vax, che probabilmente influenza le scelte sanitarie. Non siamo in grado comunque di fornire certezze, se non l’unica disponibile, che la vaccinazione sta riducendo di molto il contagio. Le varianti esistono e continueranno a esistere perché è nella natura dei virus, e più persone lasciamo non vaccinate più queste varianti possono venire fuori. Per questo è cosa utile e buona procedere con la vaccinazione anche dei minori”.



L’autorità sanitaria tedesca sconsiglia la vaccinazione dei minori di 17 anni. Qual è la sua opinione?

Siamo davanti a un quadro complesso. Il Regno Unito ha annunciato la riapertura totale delle attività per il prossimo 19 luglio, ritengo che in questo momento non sia ancora tempo per il venir meno di tutte le misure restrittive. Il buon senso e la prudenza vogliono che ci muoviamo passo dopo passo con estrema attenzione.



Secondo il parere del Cts, a settembre i ragazzi dovranno tornare a scuola con le stesse misure usate quest’anno: mascherine e distanziamento. Significa che c’è ancora paura dei contagi?

Parlare oggi di quello che si farà a settembre è corretto per la programmazione, ma non siamo in grado come medici di dire quale sarà la condizione sanitaria. Guardiamo al Portogallo, dove si sta pensando di tornare al coprifuoco. Indubbiamente quello che ci ha insegnato la pandemia è che dobbiamo muoverci con estrema cautela.

Non c’è però consenso sulla decisione di vaccinare i minori.

Gli esperti di pediatria la consigliano. Gli organi ufficiali non si sono mai espressi dicendo che non si vaccinino i minori.



In Germania il Koch Institute, la massima autorità sanitaria, ha espresso parere contrario alla vaccinazione dei bambini sani fino ai 17 ani di età, e anche in Italia molti genitori sono contrari. Che ne pensa?

Credo si debba ragionare sulla base delle evidenze scientifiche. I vaccini in uso sembra che rispondano bene alla variante Delta, e più persone lasciamo fuori dalla vaccinazione più queste varianti possono venire fuori. Sono preoccupato per la variante che potrà emergere dopo quella attuale, la Delta. Abbiamo osservatori nel mondo, tipo l’India e l’America latina, in cui c’è una altissima percentuale della popolazione non vaccinata e sappiamo che il virus cammina con le gambe delle persone. Continuando a circolare, il Covid seleziona nuove varianti. Dalle evidenze che abbiamo sembra che i vaccini attualmente in uso blocchino la variante in chi ha completato il ciclo, ma avere gente non vaccinata significa lasciare terreno di coltura per il virus. È quindi corretto il ragionamento che dobbiamo vaccinare più gente possibile, inclusi i minori.

Sì, ma non abbiamo certezze sugli effetti della vaccinazione sui minori.

La sicurezza che abbiamo è che un anno fa eravamo angosciati dal fatto che non avevamo un vaccino, oggi abbiamo un vaccino che sta dando delle risposte. Il problema è che non abbiamo vaccinato tutte le persone che vorremmo aver vaccinato sia in Italia che in Europa e nel mondo. Stiamo imparando anche quali sono gli effetti di un vaccino che è stato assemblato in tempi straordinari. Il virus produce varianti, come è normale che faccia, e le varianti sono selettive, creano varianti resistenti. A meno che torniamo al coprifuoco e al lockdown, perché queste sono le uniche misure che abbiamo: chiusura in casa o vaccino.

Si parla tanto di immunità di gregge. I pediatri tedeschi dicono che non è giusto raggiungerla coinvolgendo i giovani per salvare gli adulti.

Io so che le varianti nel mondo stanno andando avanti. In Europa, dove siamo più vaccinati, se è vero che non conosciamo gli effetti a lungo termine, vediamo però il calo delle patologie, e questa è la garanzia che abbiamo. Più gente vacciniamo, meno il virus gira. A questo punto è giusto vaccinare anche i giovani, personalmente consiglio di vaccinarli, fermo restando che la garanzia assoluta non ce l’abbiamo.

Lei ha citato il Regno Unito e certamente le autorità sanitarie tedesche non sono sprovvedute, ma ogni paese va per conto suo. Non sarebbe più giusto confrontarsi per prendere certe decisioni?

Sono convinto che il nostro Cts abbia gli strumenti per poter adottare scelte corrette. Credo sia il caso di vaccinare i minori utilizzando il vaccino che dà meno problemi. Non so fino a che punto gli esperti tedeschi possano dire di non vaccinare i minori, ricordiamo che in Germania c’è un grosso movimento no vax. La partita non è chiusa, bisogna continuare a perseguire l’immunità di gregge. Dobbiamo intercettare gli over 60 sfuggiti alla vaccinazione così come chi è predisposto a funzioni sanitarie pubbliche.

(Paolo Vites) 

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