È di pochi minuti fa il via libera dell’Aifa alla vaccinazione dei ragazzi tra i 12 e i 15 anni, ma si era già infiammato il dibattito sull’obbligatorietà del vaccino ai minori anche nell’ottica di un ritorno a scuola in sicurezza. «Parlare di obbligo per i ragazzi è prematuro», ha dichiarato il costituzionalista Alfonso Celotto all’AdnKronos. La questione è più delicata per il professore dell’Università di Roma Tre a causa della patria potestà. «La si può prescrivere invece per le altre fasce d’età, partendo dagli ultra sessantenni ed ottantenni ancora non vaccinati attraverso una campagna promozionale di incentivi, sul modello della lotteria negli Stati Uniti, oppure tramite le sanzioni». Ma l’obbligo di legge in uno stato liberale «non è coatto». Quindi, la strada dell’obbligo potrebbe essere sollecitata con «sanzioni o alla rovescia incentivi». Fatta eccezione però per bambini e adolescenti. «È impensabile parlare di obbligo per decreto legge per i bambini come avvenuto per i sanitari», ha ribadito Celotto. Questo anche perché la decisione è meno personale, spetta cioè ai genitori.



“VACCINAZIONE OBBLIGATORIA MINORI? PRIMA INCENTIVO”

Di incentivi parla anche un alto costituzionalista, Felice Giuffrè, ordinario dell’Università di Catania. «È il primo masso, ma se non si raggiunge in tempi ragionevoli l’obiettivo della immunizzazione con l’attività promozionale, non resta che ricorrere all’obbligo vaccinale». Ma spetta al Parlamento decidere come e quando prevederlo. Il governo potrebbe farlo con un decreto-legge che dovrà poi essere convertito in legge entro 60 anni. «Non capisco i “no-vax” ma comprendo, invece, che i genitori di minori possano nutrire qualche timore». Per Giuffrè non ci sarebbero intoppi, anche perché «nel nostro ordinamento la vaccinazione obbligatoria è legittima in base a quanto sancito dall’articolo 2 e 32 della Costituzione». Dunque, il cittadino può essere obbligato a vaccinarsi «in vista dell’interesse alla salute dell’intera comunità». D’altra parte, bisognerebbe poi farsi carico di eventuali indennizzi «nei rarissimi casi in cui il trattamento vaccinale determini danni alla salute di chi lo ha ricevuto». Nell’intervista rilasciata all’AdnKronos oltre a dirsi favorevole ad una lotteria, spiega che «in un ordinamento democratico, per buona prassi, è meglio graduare gli interventi: prima l’incentivo, poi, eventualmente, l’obbligo».



La questione però è complessa quando riguarda i minori. «Ma dal punto di vista giuridico prevale la scelta del Legislatore, espressione della sovranità popolare, anche se, certamente, il riferimento ai minori rende il bilanciamento tra gli interessi in gioco ancora più delicato». Secondo il costituzionalista Giuffrè il problema è che non siamo più abituati al rischio, con cui invece dovremmo fare i conti. Ma in vista del ritorno a scuola, il Parlamento dovrà tener conto del fatto che i contagi risalgono dopo le riaperture delle scuole. «Sono statistiche inoppugnabili».

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