Vaccini, sempre più studi dimostrano che quelli basati su mRNA sarebbero più efficaci per il sistema immunitario. Le case farmaceutiche stanno investendo in questo tipo di tecnologia e presto sarà possibile testare anche il richiamo annuale per l’influenza basato sul codice genetico della variante stagionale. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme malattie respiratorie legate a gravi conseguenze del virus influenzale.



Più di 5 milioni di persone si ammalano ogni anno, con picchi durante la stagione autunnale nell’emisfero nord che portano a decessi che vanno dai 250.000 ai 650.000 pazienti, che sviluppano danni polmonari irreversibili. Da qui la necessità di avanzare nella ricerca per immettere in commercio e testare un nuovo vaccino influenzale, che, come quello per il Covid, sarà basato su metodo a mRNA. In un articolo del quotidiano Jerusalem Post vengono riportati i dati del Centro nazionale prevenzione malattie infettive degli Stati Uniti, che mostrano come l’efficacia del richiamo sia tra il 10 e il 60%, ma molte persone rinunciano a farselo somministrare perché non credono nei risultati.



Vaccino antinfluenzale a mRNA, partita la sperimentazione Pfizer

Annaliesa Anderson, a capo del dipartimento di sviluppo scientifico della Pfizer, intervistata dal Jerusalem Post, conferma lo scetticismo dei pazienti nei confronti dei vaccini in generale: “Le persone pensano ‘perchè dovrei vaccinarmi?’ Tanto non funzionerà’“. C’è molta disinformazione, perché in realtà i vaccini funzionano. Specialmente quelli per i virus influenzali che sono stati sviluppati e perfezionati già a partire dal 1945. Attualmente possiamo trovare tre diverse tipologie di vaccino antinfluenzale sempre basati sul contenere il virus stesso, ma differenziati. Il primo viene iniettato nelle uova e poi disattivato, nel secondo viene fatto riprodurre in cellule di mammiferi. Il terzo, invece, viene prodotto da cellule di insetti.



Quello a mRNA ha un metodo completamente innovativo perché utilizza il codice genetico del virus per stimolare l’organismo a produrre più anticorpi. Quello per l’influenza è già stato prodotto da Pfizer e si trova alla fase 3 di sperimentazione, che coinvolge 36.200 partecipanti. Sebbene fino ad ora il 70% dei test abbia mostrato che i pazienti hanno rilevato alcuni lievi effetti avversi subito dopo l’iniezione, come dolore al braccio, rispetto al vaccino tradizionale, la ricercatrice afferma che presto verranno pubblicati i risultati dello studio che confermeranno la maggiore efficacia di questa tecnologia.