Sta montando la polemica in Puglia per il caso dei poco più di cento sacerdoti della Arcidiocesi di Taranto che sono stati sottoposti al vaccino anti-Covid nelle scorse settimane e che ora vengono “additati” come categorie non prioritarie per la campagna vaccinale regionale e nazionale. Dopo la dura reprimenda del Premier Draghi contro le Regioni per aver disatteso le priorità su anziani e fragili, a vantaggio di altre categorie, il caso di Taranto arriva alle cronache nazionali dopo l’intervento in risposta dell’Arcivescovo Mons. Filippo Santoro: «Si tratta di un centinaio di parroci delle due diocesi di Taranto e Castellaneta. Ho parlato con il prefetto Demetrio Martino chiedendo se i sacerdoti rientrassero nelle categorie previste in via prioritaria e la risposta è stata che hanno diritto a essere vaccinati».



Come ha spiegato il Corriere del Mezzogiorno, i parroci tarantini hanno ricevuto nella sede del Seminario in ordine dal personale del Dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto la prima dose del vaccino, sollevando non poche polemiche a livello regionale: va detto che il piano vaccinale della Puglia fa riferimento ai preti che risiedono o lavorano nelle comunità di recupero, nei seminari o nei conventi, ma per i tanti cittadino pugliesi che stanno presentando critiche e dubbi sulla situazione dei preti di Taranto, la categoria per intero non avrebbe dovuto godere di questo privilegio.



COSA È SUCCESSO A TARANTO

«La vaccinazione dei parroci è dettata dal loro stretto contatto con il pubblico e inoltre serve da scudo protettivo verso i fedeli che partecipano alle varie cerimonie liturgiche», prosegue ancora l’Arcivescovo all’edizione locale del Corriere della Sera sollevando le critiche delle opposizioni in Regione Puglia. Su tutte, l’ex consigliera regionale Francesca Franzoso (FI) attacca «oggi il profeta Giona resta comodo sulla nave mentre in pasto alla balena vengono dati i più deboli. Buona Pasqua, verrebbe da dire, anche al prefetto se è vero, come riferisce l’arcivescovo, che sia stato lui a decidere questa rilettura del Vecchio Testamento».



Al termine di lunghe giornate di polemica a Taranto, l’Arcidiocesi rilascia una nota ufficiale in cui ribadisce la linea su quanto successo negli scorsi giorni: «In relazione alle polemiche sulle vaccinazioni anti Covid effettuate in questi giorni ai sacerdoti dell’Arcidiocesi di Taranto, questa stessa Arcidiocesi intende precisare e chiarire di non aver mai auspicato, chiesto e preteso trattamenti di favore, o corsie preferenziali e privilegiate, verso gli esponenti del clero». Quanto fatto invece, prosegue la nota a firma del portavoce Don Emanuele Ferro, «ci si è limitati a prospettare alle autorità la situazione delicata in cui gli stessi sacerdoti operano ogni giorno, a stretto contatto con le comunità di riferimento, e i potenziali rischi insiti in questa situazione. Non è stato mai rivendicato in nessuna occasione, e a nessun soggetto preposto, la priorità del vaccino anti Covid ai sacerdoti. È avvenuta solo una semplice informativa della situazione e le autorità hanno quindi ammesso a vaccinazioni anche i sacerdoti». Le vaccinazioni sono partite dai sacerdoti più fragili, come previsto dal piano regionale della Puglia, mentre si ricorda in conclusione «le parrocchie, già nella prima fase della pandemia, quando la situazione a Taranto non aveva raggiunto gli attuali livelli di criticità, sono state un importante avamposto in termini di aiuto, assistenza e solidarietà».