E’ stato raggiunto l’accordo fra l’Unione Europea e la Pfizer/BioNTech, in merito ad un 1.8 miliardi di dosi di vaccino anti covid. Lo ha annunciato pochi minuti fa la presidentessa della Commissione europea, Ursula von der Leyen, attraverso un post pubblicato sul proprio profilo Twitter: «Felice di annunciare che la Commissione europea ha appena approvato un contratto per 900 milioni di dosi garantite più 900 milioni di opzioni con Pfizer-BioNTech per il 2021-2023. Seguiranno altri contratti e altre tecnologie per i vaccini». Subito dopo è giunto il commento del presidente del consiglio, Mario Draghi, che nel suo primo vertice con l’Unione Europea in corso ad Oporto, in Portogallo, ha spiegato: «In Europa dobbiamo continuare ad accelerare le vaccinazioni con trasparenza e in sicurezza aumentando la produzione».



Non viene specificato il costo di acquisto di ogni dose, ma come riferisce IlFattoQuotidiano.it, indiscrezioni raccontano di un prezzo d’acquisto compreso fra i 15 e i 23 euro a “porzione” (sembra che il costo sia un po’ cresciuto dopo le prime forniture ndr), di conseguenza per Pfizer/BioNTech si prospetta un guadagna da quasi 42 miliardi di euro. Inoltre, pare che nel contratto siano state poste delle condizioni più rigide sui tempi di consegna ed eventuali azioni di responsabilità.



ACCORDO UE-PFIZER, VON DER LEYEN: “I TRE PROSSIMI STEP”

“La vaccinazione sta procedendo bene – ha proseguito la presidente della Commissione Europea – Ora prepariamo la fase successiva della nostra risposta”, per poi indicare i tre step successivi della campagna, leggasi “le seconde dosi”, il “trattamento delle possibili varianti” e “la vaccinazione di bambini e adolescenti”. Il contratto ufficializzato dalla Von der Leyen di fatto pone fine alle voci circolanti ieri, riportate dal quotidiano tedesco Die Welt, circa il fatto che la Francia si sarebbe opposta all’accordo stesso per questioni non meglio precisate. Intanto la presidente della Commissione Europea ha affrontato anche il tema rilascio dei brevetti, ribadendo il concetto già espresso negli scorsi giorni: “Penso che dobbiamo essere aperti alla discussione sulla deroga alla proprietà intellettuale ma dev’essere fatta a 360 gradi. Perché i vaccini ci servono ora per il mondo intero. Sul breve termine la deroga alla proprietà intellettuale non risolverà i problemi, non ci porterà una singole dose”.

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